05 Agosto 2021
Chiarezza sull’operazione A2A
Socialisti di Milano e Milano Liberale con il cadidato sindaco Giorgio Goggi denunciano oggi in conferenza stampa una manovra finanziaria che può avere conseguenze negative per il patrimonio pubblico del Comune di Milano, (al pari di quello di Brescia), patrimonio costruito in molti anni con il contributo dei cittadini.
Impianti strategici, centrali, dighe: di chi saranno? Si tratta dell’operazione che A2A (prodotta dalla fusione di AEM del comune di Milano con ASM di Brescia effettuata dalla Giunta Moratti ) progetta e da tempo con l’obiettivo di arrivare ad una intesa con ARDIAN, fondo d'investimento francese di private equity dedicato allo sviluppo di energie rinnovabili, e a quella eolica in particolare. L'idea alla base è stata quella di dare vita a una newco detenuta in maggioranza (55% ) da A2A e per il restante ad ARDIAN. Ardian dovrebbe conferire un capitale di 1,5 miliardi di Euro, mentre A2A conferirebbe impianti strategici: centrali e dighe. Secondo le dichiarazioni dell’AD Mazzoncini, Ardian con i suoi capitali si dovrebbe impegnare all’espansione della produzione elettrica con nuovi impianti eolici.
"Questi investimenti sarebbero possibili anche senza la cessione, che propone A2A, degli asset strategici" dichiara Giorgio Goggi. "La società si trova in un'ottima situazione finanziaria, non occorre cedere nulla per ottenere un normale finanziamento dalle banche". Del resto pare che Ardian intenda conferire il capitale di 1,5 miliardi semplicemente allocando un pari importo concesso da banche straniere. E' il gioco delle tre tavolette?
"A2A ha 6,2 miliardi di ricavi, 4,3 miliardi di asset, debito netto di 3,7 miliardi, un miliardo di liquidità; un costo del debito del 2%. In queste condizioni può ottenere il miliardo e mezzo dalle banche con tassi variabili dall1,7 all’1,9% del tutto sostenibili per la sua struttura finanziaria" aggiunge Giorgio Goggi.
"E’ questa la migliore soluzione per i cittadini milanesi e lombardi?" conclude Giorgio Goggi. "Perché dovrebbero perdere i grandi impianti realizzati con i pagamenti versati da milioni di consumatori, i bresciani dal 1908 e i milanesi dal 1910, conferendoli a una società multinazionale, che ne potrà disporre a piacimento? Noi ci impegneremo per scongiurare questa spoliazione e auspichiamo che il tempo rimanente serva per una doverosa resistenza".
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