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"Stagioni Russe": la nuova mostra della pittrice Eugenia Buravleva alla Galleria Rubin di Milano. Fino al 6 dicembre

Una figurazione classica e tradizionale ricca di luce, senso del tempo e traboccante una natura vera quanto spirituale/trascendentale

17 Novembre 2025

"Stagioni Russe": la nuova mostra della pittrice Eugenia Buravleva alla Galleria Rubin di Milano. Fino al 6 dicembre

Si conferma anche a livello internazionale il ritorno della pittura figurativa, mai così vitale e incessante come in questi tempi, a differenza della fase di stanchezza dell'arte performativa e installativa, ormai viziata da un accademismo di maniera mortifero. L'opera della pittrice Eugenia Buraleva presenta alcuni carismi preziosi e affascinanti di cui oggi abbiamo bisogno: un approccio meditativo alla percezione, il predominio del tempo coscienziale, l'arte quale fotophanìa e il senso fatale del ciclo naturale. Possiamo chiamarla: una pittura "solstiziale" in quanto centrata in valori di equilibrio aionici tali per cui la formazione della figurazione ruota attorno ad un senso di profonda e spirituale "stasi" luminosa e luminescente. Un altro carisma è dato dal senso di uno sguardo che è contemplativo quanto demiurgico per cui l'opera d'arte può apprezzarsi quale "sguardo sullo sguardo" in una prospettiva psicoagogica panottica, immersiva, centripeta. Non solo: si supera con dolcezza e grazia la rigidità della rappresentazione per volgerla in un senso lirico di "presentazione". Una pittura quindi "parusica", rivelativa. La luce crea "spazio dentro lo spazio" equilibrando rarefazione formale a condensazione espressiva. Ultima nota: c'è sempre qualcosa che ostacola e interferisce con il punto di vista: la nebbia sull'orizzonte paesistico, o gli steli vegetali. Sembra metabolizzato quanto insegnava Edoardo De Filippo insieme a Carmelo Bene: l'artista deve "crearsi ostacoli" per non cadere nella mimesi descrittiva che quì viene scavalcata dall'interno. L'assenza formale dell'umano e il senso dell'a-peiron, dell'immensità degli spazi allusi ed evocati induce una naturale e intensiva liricità e presenzialità così ampia da poter includere nel figurativo anche il senso del deficit di percezione proprio dell'atmosfera paesistica (nebbia, luminosità accecante). La bellezza può essere semplice! Non è semplice raccontarla!

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