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Roma, presentato il libro “Transcendence: Quantum Computing, AI and the future of Humanity” scritto da Gabriele Pao-Pei Andreoli, un’opera che rappresenta un’esplorazione interdisciplinare che intreccia intelligenza artificiale, scienza quantistica, etica e spiritualità

Il volume raccoglie inoltre i contributi di illustri pensatori e protagonisti del cambiamento globale

28 Ottobre 2025

Pier Felice e Maria Loredana degli Uberti con  Gabriele Pao-Pei Andreoli

Pier Felice e Maria Loredana degli Uberti con Gabriele Pao-Pei Andreoli

Roma, presentato a Palazzo Brancaccio il libro “Trascendence: Quantum Computing, AI and the future of Humanity” di Gabriele Pao-Pei Andreoli, un’opera che rappresenta un’esplorazione interdisciplinare che intreccia intelligenza artificiale, scienza quantistica, etica e spiritualità. Il volume raccoglie inoltre i contributi di illustri pensatori e protagonisti del cambiamento globale
Il 21 ottobre 2025 a Palazzo Brancaccio in Roma è stato presentato il libro “Trascendence: Quantum Computing, AI and the future of Humanity” scritto da Gabriele Pao-Pei Andreoli, un’opera che rappresenta un’esplorazione interdisciplinare che intreccia intelligenza artificiale, scienza quantistica, etica e spiritualità con una potente prefazione di Mons. Vincenzo Paglia, che invita a un risveglio etico di fronte alla rapida evoluzione tecnologica. Mons. Paglia ha sottolineato la necessità di una comprensione più profonda della dignità umana, della responsabilità e della trascendenza in un mondo interconnesso. Il volume raccoglie inoltre i contributi di illustri pensatori e protagonisti del cambiamento globale, tra cui: Selene Giupponi - Esperta di Cybersecurity e Intelligenza Artificiale, Gurudev Sri Sri Ravi Shankar - Leader spirituale e fondatore di The Art of Living, - Richard Finkelmann - Specialista in Innovazione della Governance, Manuel Rocamora - Neo-generalista e Futurista, - Filippo Gregoretti - Artista e Ricercatore di Neuro-AI (Amrita Project), Mete Al - Stratega del Metaverso e della Quantum Technology, Patrizia Marin - Esperta di Etica Ecologica e promotrice della Laudato Si’ (IASC). Relatori e Ospiti d’Onore: Prof. Dr. Gabriele Pao-Pei Andreoli – Autore di “Transcendence” e Presidente dell’Institute for Advance Studies and Cooperation (IASC), - Co-autore e Fondatore di ICB Labs, - Karl Nagy Co-autore e Fondatore del Kabena Group, S.E Vincenzo Paglia, presule italiano della Chiesa Cattolica.
Arte, Scienza e Trascendenza: L'Arte come catalizatore di guarigione: grazie alla generosità e alla visione dell’artista di fama internazionale e World Changer Rob Prior, l’arte diventa un potente strumento di guarigione. La sua donazione sostiene le attività dell’IASC - Institute for Advance Studies and Cooperation e le iniziative dei World Changers, in particolare il progetto “IASC Longevity by Design Lab”, realizzato in collaborazione con la Repubblica di Macedonia del Nord. Questo innovativo programma di ricerca e sviluppo è dedicato ai bambini e ai pazienti affetti da PTSD (Disturbo da Stress Post-Traumatico), trasformando la creatività in un impatto diretto e concreto sulla vita delle persone più vulnerabili.
Anteprima mondiale della performance neuro-AI: la serata ha ospitato in anteprima assoluta la prima esibizione pubblica dal vivo di un progetto di ricerca sperimentale ideato dal Prof. Filippo Gregoretti - artista, compositore e ricercatore - in collaborazione con Brian Space. Quest’opera pionieristica esplora un dialogo co-creativo tra la performance umana, l’intelligenza algoritmica e il neuro-feedback. I segnali cerebrali, catturati durante stati di meditazione, rabbia e felicità, vengono interpretati da Amrita, l’Intelligenza Artistica Generativa Evolutiva creata da Gregoretti. Durante la performance, l’algoritmo Amrita risponderà all’espressione musicale dell’harmonium - antico strumento votivo - e alle improvvisazioni del celebre violinista Maestro Olen Cesari, generando un paesaggio dinamico di suoni e immagini.
Il risultato è “Trascendence”: un’opera d’arte vivente che compone armonia visiva e musicale a partire dagli impulsi neurali umani, incarnando la tensione tra un algoritmo in continua evoluzione, apparentemente “immortale”, e la fragile impermanenza del suo substrato fisico. La Missione dei World Changers: questa collaborazione incarna pienamente la missione dei World Changers dell’IASC: unire etica, scienza e cultura al servizio della persona umana. Combinando la neurotecnologia validata nello spazio (Brain.Space), l’arte vivente generata dall’intelligenza artificiale (Amrita), e l’interpretazione di musicisti umani, Transcendence invita studiosi, artisti e pubblico a riflettere su: L’integrazione responsabile dei dati cerebrali nei sistemi creativi; la co-evoluzione tra intenzione umana e adattamento della macchina; il rapporto tra eternità e transitorietà, poiché un algoritmo in evoluzione abita macchine destinate a svanire - eco dei temi centrali del libro. Il giorno successivo, 22 ottobre, all’Accademia delle Scienze in Vaticano è stato trattato dal Congresso Mondiale “IASC – World Changers Summit”, 10th edition l’argomento: Nobiltà, Ordini Cavallereschi e Sistemi Premiali. Particolarmente apprezzato l’intervento dello studioso di materie araldiche, genealogiche e ordini cavallereschi dottor Pier Felice degli Uberti, che riportiamo nella sua interezza
Nobiltà, Ordini Cavallereschi e Sistemi di Merito – Antichi Valori per il Futuro dell’Umanità
Signore e signori,
vorrei iniziare con una riflessione: da secoli, l’umanità cerca di riconoscere e premiare il vero valore. Ogni civiltà ha bisogno di simboli. Nel Medioevo, quel simbolo fu Re Artù – una figura leggendaria ma senza tempo, che rappresentava l’unione tra forza e virtù. Attorno alla sua Tavola Rotonda nacque l’ideale della cavalleria: servire il bene, proteggere i deboli e mantenere la parola data. Da questo ideale nacquero, durante le Crociate, i grandi ordini cavallereschi religiosi e militari: l’Ordine del Santo Sepolcro, l’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme (poi di Malta), i Templari e i Cavalieri Teutonici. Essi unirono la fede al servizio, e la nobiltà a una missione spirituale. Quando questi ordini persero il loro ruolo militare, i sovrani d’Europa iniziarono a creare propri ordini dinastici, per ricompensare la lealtà e il coraggio dei loro sudditi. Tra il XIV e il XVII secolo furono fondati alcuni dei più celebri: l’Ordine della Giarrettiera in Inghilterra, il Toson d’Oro in Borgogna e poi in Spagna, l’Ordine di Santo Stefano in Toscana, l’Ordine di San Gennaro a Napoli, l’Ordine di San Michele in Francia, l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro in Savoia e l’Ordine Costantiniano di San Giorgio, ereditato dai discendenti dell’Impero d’Oriente. Ogni dinastia desiderava un proprio ordine come simbolo di continuità tra la corona e la virtù cavalleresca. Poi arrivò un grande cambiamento con Napoleone Bonaparte e la creazione della Légion d’Honneur nel 1802. Per la prima volta, un ordine non premiava la nascita nobile, ma il merito personale. Fu una rivoluzione morale e sociale: l’onore diventava accessibile a chiunque, attraverso il proprio lavoro, servisse la nazione e l’umanità. Da quel momento, l’idea di cavalleria si fece più laica e aperta al mondo moderno. Nel XIX e XX secolo, quasi tutte le nazioni crearono i propri ordini al merito: l’Ordine di Leopoldo in Belgio, l’Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania, l’Ordine dell’Impero Britannico e l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per citarne solo alcuni. Essi rappresentano la continuità morale dell’antico ideale cavalleresco: premiare la virtù, l’altruismo, il servizio pubblico e militare, la scienza e la cultura. Oggi, nella nostra società globale, gli antichi ordini cavallereschi si dedicano soprattutto alla carità e all’impegno sociale. Il riconoscimento del merito non è più limitato agli ordini statali, ma include anche sistemi universali di merito.
Che cosa intendiamo con questo?
Per esempio: i Premi Nobel e altri riconoscimenti per la pace, la ricerca e l’impegno umanitario. Essi sono l’espressione moderna dello spirito cavalleresco antico – non più legato al sangue o alla spada, ma alla coscienza, al sapere e al servizio dell’umanità. Dai cavalieri di Re Artù ai premiati di oggi, il messaggio rimane lo stesso: “Sine virtute nulla nobilitas” – senza virtù non vi è nobiltà. Questo è il ponte che unisce passato, presente e futuro: trasformare gli antichi ideali cavallereschi in strumenti moderni di progresso morale, civile e umano. Nel XX secolo abbiamo assistito, in Ungheria, a un’evoluzione del concetto di cavalleria con l’esempio del Vitézi Rend, il cui insignito non è un cavaliere, ma un eroe — un ordine che ha conservato l’investitura feudale e la successione ereditaria, dando origine a una nobiltà degli eroi. Oggi, la sua tradizione è portata avanti da Josef Karl von Habsburg-Lothringen, primogenito del ramo ungherese. Per dimostrare come la vera nobiltà svolga ancora un ruolo vivo e positivo nella società, desidero citare la Real Asociación de Hidalgos de España. In un’epoca in cui si parla molto di valori ma spesso si fatica a metterli in pratica, questa istituzione dimostra che la nobiltà, quando riconosciuta dallo Stato, può ancora essere fonte di bene, di cultura e di solidarietà. Fondata nel 1954, la Real Asociación rappresenta un modello di continuità tra tradizione e modernità. Unisce il senso etico dell’appartenenza nobiliare a una visione sociale moderna ed efficace. Sotto la saggia guida del suo Presidente, S.E. Dott. Don Manuel Pardo de Vera y Díaz, l’Associazione ha trasformato l’ideale del servizio in azioni concrete e durature. Gestisce direttamente tre case di riposo, un collegio universitario e una casa editrice con oltre 500 titoli, contribuendo alla diffusione del sapere storico e genealogico. Promuove borse di studio, premi al merito, conferenze e congressi, e offre aiuti concreti a madri bisognose e persone in difficoltà. La Real Asociación de Hidalgos de España dimostra che la nobiltà non è un privilegio statico, ma una missione attiva. Non protegge solo un’eredità di sangue, ma compie un dovere verso l’umanità, esprimendo nel XXI secolo il significato più alto della nobiltà: la responsabilità dell’esempio. Esiste anche un esempio moderno e proiettato verso il futuro che continua questa tradizione: Emanuele Filiberto di Savoia, erede della dinastia reale d’Italia, ha scelto di utilizzare il patrimonio intangibile della sua Casa – la storia, i simboli, l’araldica e il senso del servizio – per creare modalità moderne di tutela e promozione della cultura italiana, mantenendo vivi i valori della cavalleria. Attraverso il progetto Royal Protocol, la Casa di Savoia ha avviato un’iniziativa che unisce rigore scientifico e tradizione, orientata al futuro. Un gruppo di studiosi e ricercatori studia e verifica genealogie, stemmi e tradizioni familiari delle famiglie italiane, offrendo la possibilità di includere questi elementi nella continuità simbolica e morale della dinastia – non come titolo, ma come riconoscimento di identità storica e culturale. L’obiettivo è ambizioso ma perfettamente coerente con la storia: utilizzare il prestigio del nome e la memoria delle famiglie storiche italiane per sostenere progetti concreti di tutela del patrimonio artistico e paesaggistico d’Italia – palazzi, castelli, dimore storiche, borghi e paesaggi che rappresentano la nostra civiltà. È una nuova visione – non più legata al privilegio, ma al dovere verso la memoria e la bellezza dell’Italia.
Un modo per restituire agli ideali di nobiltà, genealogia e araldica il loro significato più alto:servire il bene comune attraverso la cultura e la storia. Dottor Pier Felice degli Uberti
 

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