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Andrea Pellizzari (editore musicale): "Abbiamo realizzato un videoclip musicale con i bambini di Haiti; con i fondi ottenuti abbiamo aperto una casa di accoglienza"

Andrea Pellizzari, volontario della Fondazione Rava, in occasione della presentazione del libro "Ti cercherò per sempre, la storia di due sorelle e della Fondazione Francesca Rava", racconta la sua esperienza ad Haiti con la Fondazione

12 Dicembre 2025

Andrea Pellizzari, volontario della Fondazione Rava, in occasione della presentazione del libro "Ti cercherò per sempre, la storia di due sorelle e della Fondazione Francesca Rava" di Claudio Guerrini, racconta la sua esperienza ad Haiti con la Fondazione.

Come nasce la sua collaborazione con la Fondazione Rava?

Nasce perché incontro Stefano Guindani che è amico della mia fidanzata, mi parla della fondazione e subito dopo succede questo terremoto devastante nel 2010 che colpisce Port-au-Prince e io avevo una canzone in un cassetto che non sapevo come utilizzare e quindi decisi di inventarmi un progetto per aiutare i bambini di Haiti. Quindi abbiamo realizzato una canzone, un videoclip musicale con la partecipazione dei bambini di Haiti e abbiamo raccolto i fondi per poi realizzare una casa di accoglienza per i più piccoli.

Come questo progetto l'ha cambiata a livello personale?

Beh, intanto ho capito delle cose che mai avrei immaginato prima. Un pensiero bellissimo che ha detto padre Rick che mi è rimasto proprio dentro, perché a Haiti i bambini nascono in una situazione devastante dove non hanno niente e vivono in mezzo all'immondizia, la spazzatura, i maiali, i topi, e non vedono un fiore. Quindi non hanno un ricordo di un passato migliore, anche perché l'aspettativa di vita a Haiti è bassissima: per cui non hanno i nonni, non hanno un racconto di tempi migliori. E quindi, quando vedevo questi bambini che venivano portati a Milano, che venivano portati in giro per l'Italia a vedere delle cose belle, il mio primo pensiero è stato: "Ma come, gli fai vedere questa bellezza e poi li riporti a casa loro?". E invece è proprio quello il seme che bisogna infilare nella testa, nella mente, nell'anima dei bambini che non hanno mai visto cose belle. Bisogna insegnargli la bellezza, e la bellezza poi fa cambiare il mondo. E questa è stata la cosa più bella che ho imparato lì.

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