09 Febbraio 2024
Fonte: Palazzo Valentini
La sorpresa irruppe, sensazionale, nel 2007 quando si aprì al pubblico una favolosa area archeologica di 1.800 mq. a due passi da piazza Venezia: i sotterranei di Palazzo Valentini, dove le tenebre fredde e silenziose avevano nascosto sontuose Domus di epoca imperiale per decine di secoli. Fu un grande successo, 45.000 visitatori nei primi 2 anni. E ancora oggi le dimore continuano a brillare nel suggestivo percorso ipogeo multimediale compreso tra Campidoglio e Foro Boario, a dicembre 2023 completamente ristrutturato e potenziato con video ad altissima definizione e un eccezionale sistema audio di ultima generazione.
A Roma c’è in effetti una dimensione in ombra, contrapposta a palazzi e cupole che svettano al sole. Una musealizzazione parallela, a volte poco nota ma sempre splendida, che palpita attraverso tour guidati o ricostruzioni virtuali. E riesuma storia, leggende, curiosità: dal Carcere Mamertino denso di prodigi paleocristiani al misterioso Mitreo del Circo Massimo; dall’Insula dell’Ara Coeli straordinariamente incastrata sotto la rupe capitolina agli oscuri antri di San Nicola in Carcere che, identificati come prigioni, per errore diedero il nome alla basilica sovrastante e si rivelarono poi innocue botteghe di cambiavalute.
In particolare le Domus patrizie di Palazzo Valentini, del II-IV secolo d.C., sfruttano fantasmagoriche proiezioni della computer graphic grazie al progetto del fisico Paco Lanciano e del giornalista Piero Angela - sua la voce narrante del tragitto - e fanno rivivere magicamente porticati, saloni, terme, mosaici e pavimenti con 500.000 tessere policrome. Esposizione raffinata e via via incrementata, dalle indagini del 2009 che recuperarono un grande frigidarium per il raffreddamento dell’acqua alla realizzazione virtuale della Colonna Traiana nel 2011, con i suoi fulgidi bassorilievi della guerra contro i Daci, fino alle sofisticate innovazioni del 2023.
L’avvincente intreccio tra memorie antiche e tecnologie moderne ricorre anche nel Carcere Mamertino, o Tullianum, del VII-VI secolo a.C., limitrofo al Foro Romano e riaperto nel 2016 dopo scavi e restauri. Nel museo i video convivono gomito a gomito con scheletri dell’Età del Ferro mentre i tablet ripristinano in 3D i frammenti ritrovati - anfore, lucerne, monili - e prodigano approfondimenti sui nemici di Roma decapitati o strangolati nella prigione: Ponzio re dei Sanniti, Giugurta sovrano di Numidia, l’intrepido Vercingetorige del De bello gallico, sconfitto da Giulio Cesare nel 52 a.C. Non mancano i martiri cristiani: il console Palmazio, ucciso con moglie, figli e 42 familiari, e gli stessi apostoli Pietro e Paolo. Una stele ricorda la conversione dei carcerieri Processo e Martiniano, battezzati dai due santi a una fonte scaturita miracolosamente. E virtualmente ecco ricomparire anche poetici affreschi duecenteschi: un gruppo di prigionieri sotto il manto della Vergine Misericordiosa, rivolti verso il crocifisso tra gli apostoli, e Cristo che poggia la sua mano sulla spalla di Pietro in un gesto di fraterna comunione.
In zona questi rassicuranti temi cristiani - la sorgente purificatrice, il persecutore che si fa discepolo - cedono il passo agli enigmatici miti pagani del Mitreo dell’Ara Massima di Ercole o Mitreo del Circo Massimo. I misteri del dio Mitra evocavano l’uccisione del toro rituale che genera l’universo tramite il suo sangue, e, nell’ipogeo rinvenuto nel 1931 a 14 metri di profondità, gli adepti affrontavano 7 gradi di iniziazione, spesso pericolosi, come camminare attraverso il fuoco. Un itinerario inquietante, affiancato in superficie dal progetto “Circo Maximo Experience” che ci consente un ‘vero’ tuffo nella Roma imperiale grazie a realtà aumentata, visori immersivi e auricolari stereofonici.
Troviamo poi altri percorsi occulti di grande fascino nell’Insula dell’Ara Coeli, costruita in altezza per guadagnare spazio e affittata al ceto plebeo senza cucine per evitare incendi - quasi antenata dei nostri condomini popolari - e nei tortuosi cunicoli poco distanti della Basilica di San Nicola in Carcere. Qui, sotto l’altare maggiore, si scova un intero vicolo con negozi, sepolture, ossa umane in bella vista e i possenti ruderi dei templi di Giano Bifronte, della Speranza e di Giunone Sospita, onorata con cerimonie dai risvolti cruenti: si sacrificavano infatti le sue sacerdotesse quando i serpenti cari alla dea rifiutavano il cibo dalle loro mani, per scongiurare i presagi di sventura. Truci ricordi dissipati con un sorriso da una lapide del IX secolo dedicata a un certo rettore Anastasius che donò “animali, vigna e coperte” per salvarsi l’anima.
Insomma, tra tecnologia e dati storici, il mondo sotterraneo è sempre vivo e ci parla ancora dopo millenni. Ma soprattutto stimola la nostra fantasia: il miglior supporto multimediale, a ben pensarci.
Di Carla Di Domenico.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia