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Milano, riapre la splendida Sala del Cenacolo al Museo della Scienza e Tecnica dopo un lungo restauro

E' uno delle più rilevanti testimonianza di barocchetto lombardo in ambito religioso

16 Novembre 2023

Milano, riapre la splendida Sala del Cenacolo al Museo della Scienza e Tecnica dopo un lungo restauro

Al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano è terminato il restauro degli affreschi della sua magnifica Sala del Cenacolo, che viene riaperta al pubblico dopo un importante intervento, con ingresso da via San Vittore 21. E' l’antico refettorio del complesso monumentale del Monastero Olivetano di San Vittore del XVI secolo, in cui ha sede la struttura museale dal 1953, anno della sua inaugurazione. Costruita tra il 1709 e il 1712 in occasione dell’ampliamento del monastero, la Sala del Cenacolo grazie al lavoro effettuato sugli stucchi e sugli affreschi, opera di Pietro Gilardi e Giuseppe Antonio Castelli detto Il Castellino, è stata restituita alla sua bellezza originaria. Si tratta di una delle poche testimonianze rimaste a Milano di Barocchetto Lombardo in ambito religioso: la parete di fondo ospita il grande affresco delle Nozze di Cana di Pietro Gilardi mentre la volta ribassata e le pareti laterali presentano una serie di articolate quadrature architettoniche, con fiori, frutta e festoni, e scene bibliche a monocromo tratte dall’Antico Testamento. Il restauro ha permesso lo studio approfondito delle pitture murali delle pareti e della volta sia dal punto di vista stilistico che dei materiali originali, svelando le caratteristiche tecniche degli affreschi e assicurandone lo stato conservativo per le future generazioni.  «Questo restauro è particolarmente significativo nel percorso di cura del patrimonio architettonico del Museo che abbiamo intrapreso nel corso degli anni – commenta Fiorenzo Marco Galli, direttore generale del Museo – Restituisce la storia e la bellezza di questa sala importante. La Sala ha ospitato convegni, conferenze, concerti come parte integrante della nostra attività culturale, rendendo il Museo un luogo vivo di incontro e confronto».

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