11 Novembre 2022
Le meravigliose statue di San Casciano sono state protette, per ben 2300 anni, dal morbido abbraccio dei fanghi e delle acque calde delle terme: solo grazie a questa collocazione occulta sono state salvate da saccheggi e traffici. Le statue infatti sono state gettate nelle vasche per nasconderle da eventuali saccheggi: un segno di devozione estrema e di premura verso la vivinità. E' quanto emerge dalle testimonianze raccolte da Il Giornale d'Italia che ha raggiunto per l'occasione il team di archeologi che potrà vantare questa sensazionale scoperta, la più importante dai tempi di Riace. La scoperta incredibile, comunicata dagli archeologi del team di Jacopo Tabolli, è che questa collocazione non è casuale: i devoti del tempio le hanno immerse volutamente nelle acque, in modo che non finissero in mani sbagliate. E ha funzionato: sono state restituite alle luce dagli appassionati e competenti archeologi del team internazionale guidato da Tabolli stesso.
La commozione degli scopritori di San Casciano: "Ho fatto il salto nel tempo, ho rivisto gli etruschi e i romani"
Helga Maiorana, dottoranda presso l'Università di Siena, racconta la sensazione incredibile del ritrovamento: "In un attimo ho fatto un salto nel tempo ho rivisto Etruschi e Romani nel santuario che stavamo esplorando. Ho incontrato sacerdoti e persone che erano lì a chiedere una grazia alle divinità, per guarire da un male, per avere figli, per superare momenti difficili e per ringraziare di un dono ricevuto. E ho sentito queste donne e questi uomini vicini".
La commozione, in particolare, nel accorgersi che i fedeli hanno immerso le statue proprio per salvarle da eventuali saccheggiatori, avvolgendole nell'abbraccio millenario di terra e acqua: un gesto di devozione estrema che le ha preservate, fino a noi. I reperti, che includono migliaia di monete e diversi ex-voto, consegnati agli dei attraverso le pozze termali di San Casciano, sono ora custoditi a Grosseto, in un edificio di massima sicurezza in cui saranno attentamente studiati.
Un incredibile successo per il team di archeologi, che possono ora dire di aver fatto la storia, oltre ad avere cambiato ciò che sappiamo su di essa. Un pugno di giovani (Tabolli, ricordiamolo, ha soli 38 anni, n.d.r.) che rappresentano uno dei lati migliori del nostro paese, fieri nonostante l'indifferenza della società e le istituzioni verso la cultura. L'enorme attenzione mediatica sollevata dal ritrovamento delle statue testimonia, tuttavia, che l'amore per la cultura è ancora fortissimo nel Belpaese.
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