06 Novembre 2021
Pompei (fonte: lapresse.it)
Gli scavi di Villa di Civita Giuliano vicino Pompei restituiscono un altro tesoro sepolto. Si tratta della stanza degli schiavi, ad uso dei lavoratori della Villa nobiliare. Se Pompei in genere è abituata a restituire resti di ricchezza e agi, i ricercatori hanno stavolta fatto riemergere uno stile di vita umile, con oggetti di uso comune molto poveri. Niente affreschi, fontane o lusso. Ma comunque una scoperta di quelle che rimarranno, perché getta la luce su una fascia della popolazione di Pompei di cui si sa ancora poco.
La straordinarietà del ritrovamento è confermata dalle parole di Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Pompei: "Una scoperta eccezionale, perché davvero è rarissimo che la storia restituisca i particolari di queste vite". Anche il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha voluto commentare: "Dettagli sorprendenti, che permettono di compiere significativi passi avanti nella ricerca scientifica e che fanno di Pompei un modello di studio unico al mondo". Il Direttore Generale dei Musei Massimo Osanna parla invece di un: "Motivo in più per proseguire gli scavi e indagare la villa nel suo complesso" - e aggiunge descrivendo la scoperta - "Una miniera di notizie, tanti tasselli che addirittura cambiano la storia".
Denominata Villa Suburbana, gli scavi sono stati riavviati nel 2017. In poco tempo sono riemersi un carro ad uso di riti religiosi e i resti di tre cavalli e una stalla. Segno che le ricerche se fossero continuate avrebbero sicuramente portato ad altri ritrovamenti. La stanza ritrovata, di circa 15 metri quadrati, racconta di un luogo ad uso e consumo di lavoratori e addetti alle pulizie. Due letti, di cui uno lungo appena 140 centimetri, quindi probabilmente destinato a bambini. Altri due di 170 centimetri. Ritrovati anche vari oggetti, fra cui anfore, brocche e un vaso da notte. È pertanto lecito supporre che la stanza, all'epoca dell'eruzione del Vesuvio nel 79 dc, fosse abitata da una o più famiglie. La Villa invece doveva essere di un ricco funzionario statale, forse un magistrato o un diplomatico. Questo a giudicare dalla grandezza e dal numero di persone che ci vivevano.
"Quello che colpisce è l’angustia e la precarietà di cui parla questo ambiente, una via di mezzo tra dormitorio e ripostiglio di appena 16 mq, che possiamo ora ricostruire grazie alle condizioni eccezionali di conservazione create dall’eruzione del 79 d.C" - ha aggiunto Gabriel Zuchtriegel - "È sicuramente una delle scoperte più emozionanti nella mia vita da archeologo, anche senza la presenza di grandi 'tesori': il tesoro vero è l’esperienza umana, in questo caso dei più deboli della società antica, di cui questo ambiente fornisce una testimonianza unica".
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