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Famiglia che vive nel bosco a Chieti pronta a ricorso, avv Angelucci: “Bimbi a casa per Natale, affido tolto per motivi falsi e superficiali”

La famiglia che vive nel bosco a Chieti è pronta al ricorso. L'avvocato Angelucci: “Bimbi a casa per Natale, affido tolto per motivazioni inesatte, affrettate e prive di reale fondamento"

25 Novembre 2025

Famiglia che vive nel bosco a Chieti pronta a ricorso, avv Angelucci: “Bimbi a casa per Natale, affido tolto per motivi falsi e superficiali”

Nathan e Catherine, Fonte: Facebook, @edgardogulotta Articolo -

La famiglia che vive nel bosco a Palmoli si prepara a impugnare il provvedimento del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila che ha disposto l’allontanamento dei tre figli, collocati con la madre in una casa famiglia. L’avvocato Giovanni Angelucci, legale dei genitori, annuncia un ricorso immediato e parla di motivazioni “inesatte, affrettate e prive di reale fondamento”, con l’obiettivo dichiarato di riportare i bambini “a casa entro Natale”.

Famiglia che vive nel bosco a Chieti pronta a ricorso, avv Angelucci: “Bimbi a casa per Natale, affido tolto per motivi falsi e superficiali”

Il ricorso che sarà depositato nei prossimi giorni punta a ottenere la sospensione o la revisione del decreto che ha tolto la responsabilità genitoriale, almeno in via temporanea, a padre e madre.
L’istanza si baserà su due elementi centrali:la contestazione delle ragioni poste a base dell’allontanamento, ritenute dalla difesa “superficiali” e non corrispondenti alla reale situazione familiare; la richiesta di ripristinare la convivenza, sostenendo che i minori – due gemelli di 6 anni e una bimba di 8 – soffrono il distacco e che le condizioni di vita, secondo la famiglia, non sarebbero tali da giustificare un provvedimento così drastico.

Una volta presentato il ricorso, i giudici potranno: confermare la misura già adottata; modificarla introducendo forme di rientro graduale dei minori; oppure sospenderla in attesa di ulteriori verifiche tecniche (abitazione, istruzione, salute, socialità). Nel frattempo, il padre potrà vedere i figli solo su appuntamento, mentre la madre vive con loro nella struttura ma in una camera separata, un ulteriore motivo di malessere per i piccoli e per la donna, come riferito dal legale.

Il provvedimento del Tribunale e cosa prevede la legge

Il decreto che ha disposto l’allontanamento si fonda sull’articolo 333 del codice civile, che consente al giudice minorile di intervenire – anche sospendendo la responsabilità genitoriale – quando il comportamento dei genitori può creare un rischio concreto per la salute, l’istruzione o lo sviluppo equilibrato dei minori. Nel caso della famiglia di Palmoli, il Tribunale ha evidenziato condizioni abitative precarie, tra rudere non certificato e roulotte, assenza di scuola e socializzazione, mancanza di controlli medici e un accesso al pronto soccorso - legato all’ingestione di funghi avvenuta lo scorso mese, e un presunto isolamento che potrebbe incidere sul benessere psicologico dei bambini. Tuttavia, i bimbi di Nathan e Catherine non accusano gravi mancanze, e nella loro casa del bosco a Chieti hanno la possibilità di vivere i loro genitori più di quanto la società lo permetta. La bimba e i due gemelli vivono di movimento, creatività e famiglia - in aggiunta al percorso scolastico alternativo di unschooling. Quest'ultimo è un approccio educativo nato negli anni '70 in cui i bambini e i ragazzi non seguono lezioni o programmi scolastici prestabiliti, ma imparano partendo dai propri interessi, curiosità ed esperienze di vita quotidiana.

Negli ultimi giorni la dinamica della famiglia Trevallion, che viveva in una casa colonica isolata nei boschi di Palmoli (Chieti), è diventata un caso nazionale tra chi sostiene che l'allontanamento sia giustificato e chi no. I tre figli, una bambina di otto anni e due gemelli di sei, sono stati prelevati dai carabinieri e dai servizi sociali e trasferiti in una struttura protetta. Un intervento che il padre, Nathan Trevallion, ha definito "un trauma" e "la dimostrazione di come un intero sistema possa danneggiare persone che cercano soltanto di vivere onestamente".

La decisione dell’autorità giudiziaria non è maturata all’improvviso, ma non ha tenuto conto dei reali bisogni dei bimbi. Si tratta però di una misura non definitiva, soggetta a monitoraggi e revisioni periodiche. Il giudice, infatti, può rivedere la collocazione dei minori se emergono nuovi elementi, se le condizioni migliorano o se il percorso di sostegno genitoriale dà risultati concreti.

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