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Genova, la Finanza sequestra 13.500 Labubu contraffatti, erano pronti per essere venduti ai bimbi a Natale

Le fiamme gialle hanno trovato i pupazzetti di peluche in alcuni magazzini del centro storico. L'allarme dei laboratori tedeschi: sono prodotti tossici

15 Novembre 2025

Genova, la Finanza sequestra 13.500 Labubu contraffatti, erano pronti per essere venduti ai bimbi a Natale

Capi di abbigliamento Gucci e Louis Vuitton, smartwatch della Apple e i Labubu. La Guardia di finanza di Genova ha sequestrato un milione di articoli, dal valore di 3,5 milioni di euro, tutti contraffatti ma «riprodotti con tecniche idonee a trarre in inganno il consumatore». È il risultato di un’attività durata tre mesi fra le vie del centro di Genova, da via Adua a piazza Caricamento. Si tratta di zone, spiega la Gdf, «caratterizzate da elevata concentrazione di attività commerciali e flusso pedonale e, pertanto, potenzialmente ad alto rischio di vendita illegale di merce contraffatta e commercializzazione di prodotti non sicuri». Sono ventisette le persone denunciate per reati di ricettazione e contraffazione, mentre in sei sono stati segnalati alla Camera di Commercio per violazioni amministrazioni. Le sanzioni superano gli 11.000 euro.

Erano 13.500 Labubu, peluche da collezione diventati virali su social media grazie a influencer e star dello spettacolo che li pubblicizzano. Già pochi giorni fa, ne erano stati sequestrati 10.000 a Palermo. I pupazzetti si trovavano all’interno di diversi magazzini nei vicoli e hanno catturato l’attenzione dei militari, perché sono in vendita soltanto nello store ufficiale di Milano o online ed è apparso inverosimile che i peluche presenti nel negozio genovese fossero originali. Diversi gli elementi individuati dalla Guardia di Finanza per riconoscere la natura contraffatta del prodotto. In primis, il codice QR impresso sull’etichetta e sulla confezione, «che rimanda a un sito creato ad hoc per ingannare il consumatore». Poi, «i peluche contraffatti hanno delle caratteristiche fisiche ricorrenti, quali orecchie troppo distanziate tra loro e un numero di denti diverso da quello presente nel prodotto originale (nove). In alcuni casi, inoltre, i falsari hanno prodotto dei modelli Labubu mai disegnati dalla Pop Mart, cioè la società madre. Sarebbero andati a ruba in occasione del Natale.

Emerge un ulteriore elemento di preoccupazione, stavolta sul fronte della sicurezza dei materiali. In Germania il CVUA Stoccarda — uno dei principali laboratori pubblici che si occupano di sicurezza dei prodotti — ha condotto un’indagine sui peluche-mostro contraffatti noti come “Labubu” o “Lafufu”. I risultati sono allarmanti: su cinque peluche analizzati, quattro contenevano livelli elevatissimi di ftalati, plastificanti usati per rendere morbido il PVC. I laboratori hanno individuato concentrazioni di DEHP e DBP superiori anche di 300 volte al limite massimo consentito (0,1 g/100 g). Entrambi gli ftalati sono classificati dall’UE come tossici per la riproduzione, categoria 1B, e pertanto vietati nei giocattoli e negli articoli per l’infanzia. Le parti in plastica rigida dei peluche – piedi, mani e viso – erano quelle che presentavano la maggiore contaminazione. Inoltre, nessuno dei campioni riportava i dati del produttore o di un responsabile, altra violazione delle norme europee.

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