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Attentato Ranucci, il responsabile “è un militare dell’est Europa capace di maneggiare ordigni, potrebbe aver agito su commissione”

Un ex militare dell’est Europa coinvolto nella mala romana è sospettato dell’attentato a Ranucci. Il Ris dichiara: “L’esplosivo realizzato con 1Kg di polvere pirica compressa è per esperti”

12 Novembre 2025

Attentato Ranucci, il responsabile “è un militare dell’est Europa capace di maneggiare ordigni, potrebbe aver agito su commissione”

Ranucci, fonte @imagoeconomica

A quasi un mese dall’esplosione davanti all’abitazione del conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, emerge la possibilità che l'attentatore sia un ex militare dell’est Europa. Secondo quanto trapelato, l’uomo potrebbe appartenere al sottobosco criminale romano e aver agito su commissione di più soggetti, oppure essere arrivato in Italia solo per eseguire l’attentato. 

Attentato Ranucci, il responsabile “è un militare dell’est Europa capace di maneggiare ordigni, potrebbe aver agito su commissione”

A incastrarlo potrebbero essere le immagini delle telecamere di sorveglianza installate nella zona di Campo Ascolano, dove la sera del 16 ottobre un ordigno artigianale è esploso davanti al cancello della casa di Ranucci. L’esplosione, avvenuta intorno alle 22.17, ha danneggiato due auto parcheggiate davanti all’ingresso dell’abitazione — una Ford Ka e una Opel Adam — ma non ha causato feriti. L’ordigno, una bomba carta potenziata, era stato posizionato tra i veicoli e innescato con una miccia manuale.

Gli esperti del Ris hanno accertato che l’esplosivo conteneva circa un chilo di polvere pirica compressa, un quantitativo che, secondo gli investigatori, “richiede competenze tecniche specifiche”. “Si tratta di un lavoro da mani esperte – spiega una fonte vicina all’indagine –. Spesso chi realizza ordigni di questo tipo lascia una sorta di ‘firma tecnica’ che può ricondurre all’autore.

Le indagini e le piste al vaglio

Le analisi della Digos proseguono sui filmati di oltre 40 telecamere installate nell’area e lungo le vie di accesso alla località del litorale romano. Gli investigatori stanno inoltre cercando di ricostruire il percorso di una Panda nera, avvistata nei pressi della casa pochi minuti prima della deflagrazione e poi allontanatasi a gran velocità. Il procedimento, coordinato dal pm Carlo Villani con il procuratore capo Francesco Lo Voi, è iscritto per danneggiamento aggravato dal metodo mafioso. L’inchiesta tiene conto anche di un precedente episodio: lo scorso agosto ignoti avevano forzato l’ingresso della residenza estiva del giornalista.

Tuttavia, a quattro settimane dall’esplosione, nessun arresto è stato ancora eseguito. Il senatore Alberto Balboni (FdI) ha dichiarato di aver presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia Carlo Nordio, chiedendo chiarimenti sui tempi dell’indagine.

Durante l’interrogatorio con i magistrati, Ranucci aveva indicato quattro o cinque possibili piste: dai legami tra la mafia albanese e i narcos di Sinaloa, alla ’ndrangheta coinvolta nell’eolico, fino ai clan del litorale romano, in conflitto con gruppi Sinti per il controllo del territorio. Tra le ipotesi figurano anche elementi dell’estrema destra capitolina, legati all’ambiente ultras e alla figura di Fabrizio Piscitelli, alias “Diabolik”.

La polemica sul Garante della Privacy e la seconda faccia di Report

Da diversi giorni, invece, prosegue la polemica sul Garante della privacy, che ha coinvolto uno in particolare dei suoi membri: Agostino Ghiglia, eletto in quota FdI. Secondo Ghiglia il programma avrebbe usato corrispondenza privata e acquisito informazioni in modo illecito. La puntata è andata ugualmente in onda, nonostante la diffida. Tuttavia, lo scontro si è inasprito, con Report che ha successivamente accusato il Garante di "abusare della propria posizione per mettere il bavaglio" al servizio pubblico. 

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