04 Novembre 2025
									Sono stati ritrovati senza vita i due alpinisti italiani Alessandro Caputo e Stefano Farronato, dispersi dal 31 ottobre sul Panbari, in Nepal. La notizia del loro decesso è stata confermata questa mattina dalle autorità locali, come riferisce la Farnesina in una nota ufficiale. I due connazionali erano stati sorpresi da una violenta nevicata mentre si trovavano al Campo 1, a circa 5.000 metri di altitudine. Le operazioni di soccorso proseguono, poiché altri alpinisti italiani risultano ancora dispersi.
Alessandro Caputo, 28 anni, originario di Milano, era studente di Giurisprudenza all’Università Statale e maestro di sci presso la Schweizer Skischule di Saint Moritz, in Svizzera. Il giovane partecipava alla spedizione Panbari Q7 insieme a Farronato e al piemontese Valter Perlino, quest’ultimo tratto in salvo da un elicottero governativo nepalese. In un post pubblicato su Instagram nelle scorse settimane, i tre avevano spiegato il significato del nome della spedizione: “Il Panbari è alto 6.905 metri, il che significa che gli mancano solo 95 metri per entrare nel club esclusivo dei 7000. È una montagna un po’ ‘fuori categoria’: non abbastanza per i 7000, troppo per i 6000. Un ‘quasi settemila’ che noi abbiamo deciso di chiamare Q7”.
Stefano Farronato, 51 anni, era un alpinista e arboricoltore di Bassano del Grappa (Vicenza). Scalatore di grande esperienza, aveva partecipato a 18 spedizioni estreme in diverse aree del mondo, con numerose ascensioni in Ecuador, India e Cina. In un’intervista rilasciata a Bassano.net il 6 ottobre, alla vigilia della partenza per il Nepal, aveva raccontato la sua filosofia di vita: “Davanti alla grandezza delle montagne himalayane ci si sente piccoli, eppure è proprio lì che si ritrova l’essenza dell’esplorazione: il silenzio, la fatica, la meraviglia di un mondo incontaminato. È questo che mi spinge a partire: la possibilità di andare oltre, fuori e dentro di me”.
La spedizione Panbari Q7 era partita lo scorso 7 ottobre e comprendeva tre alpinisti italiani: Alessandro Caputo, Stefano Farronato e Valter Perlino, di Pinerolo, che ne era anche il capo spedizione. Perlino, veterinario e scalatore di lunga esperienza, si è salvato per miracolo: un malore lo aveva costretto a restare al campo base, rinunciando alla salita in vetta. È stato proprio lui a dare l’allarme per i due compagni dispersi, prima di essere recuperato da un elicottero governativo nepalese. Tra le sue imprese figurano l’Everest in solitaria e numerose ascensioni su montagne estreme in Asia e Sud America.
Secondo quanto comunicato dalla Farnesina, il numero degli italiani dispersi in Nepal potrebbe arrivare a nove, in diverse aree del Paese. Le autorità locali precisano che, al momento, si parla di dispersi e non di morti. Oltre ai decessi di Farronato e Caputo, proseguono le ricerche di un altro italiano nella zona dello Yalung Ri, dove non si hanno notizie nemmeno di altri 5-6 connazionali impegnati in spedizioni in altre regioni himalayane.
Negli ultimi giorni il Nepal è stato colpito dal ciclone Montha, formatosi nel Golfo del Bengala, che ha portato forti piogge e nevicate su gran parte del Paese. Una delle tragedie più gravi si è verificata al campo base dello Yalung Ri, montagna di 5.630 metri nella valle del Rolwaling, nel distretto di Dolakha. Secondo quanto riferito dalla polizia locale al Kathmandu Post, un gruppo di alpinisti nepalesi e stranieri è stato travolto da una valanga mentre si preparava alla scalata del Dolma Khang, una vetta di oltre 6.300 metri che domina con una vista spettacolare sull’Everest.
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