27 Ottobre 2025
Alberto Stasi e Andrea Sempio
Il delitto di Garlasco, risalente al 13 agosto 2007, è entrato in una nuova fase. Secondo l’anatomopatologa Cristina Cattaneo, incaricata dalla Procura di Pavia di riesaminare le cause e la dinamica del delitto, gli esami antropometrici su Andrea Sempio potrebbero aver aperto a nuove piste e nuove ipotesi sul caso.
Secondo quanto riportato dalle analisi della specialista, “l’omicidio non sarebbe avvenuto in una sola fase” e Chiara avrebbe avuto il tempo di difendersi, spostando così in avanti l’orario della morte fino alle 11, e non entro le 9:35 come stabilito nei processi che portarono alla condanna definitiva di Alberto Stasi.
Un’eventuale revisione dell’orario del delitto potrebbe avere effetti dirompenti: se la morte di Chiara fosse avvenuta più tardi, l’alibi di Stasi — che nel frattempo era tornato a casa e aveva acceso il computer — risulterebbe molto più solido, aprendo la strada a una possibile revisione della verità giudiziaria. La ricostruzione, se confermata, potrebbe scagionare Alberto Stasi, condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata.
Intanto non si placano le polemiche per le fughe di notizie e la diffusione di atti giudiziari. Domenico Aiello, avvocato dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, indagato a Brescia per corruzione, ha denunciato la circolazione di informazioni false: "Tutti i media hanno ripreso una notizia falsa, anche i Tg, diffusa ad arte con consapevole certezza di pubblicare una menzogna", ha dichiarato, aggiungendo che "tutto appare surreale, kafkiano, istituti processuali secolari che presidiano libertà, garanzie e certezza del diritto, sospesi per alimentare una narrazione morbosa e di parte".
Parole che hanno suscitato la reazione dell’Associazione Nazionale Magistrati di Brescia, che ha definito le dichiarazioni "attacchi gratuiti e scomposti" e un "esercizio intimidatorio del diritto di difesa". In una nota, l’Anm ha ricordato che "l’attività difensiva può anche comportare critiche, anche aspre, ai provvedimenti dell’autorità giudiziaria, ma non può mai trasformarsi in una delegittimazione della funzione giudiziaria, tanto meno sulla base di mere illazioni", invitando infine i media a "rifuggire dal sensazionalismo".
Sulla stessa linea anche il presidente nazionale dell’Anm, Cesare Parodi, che ha criticato l’ossessività mediatica attorno al caso: "Non posso entrare nel merito della vicenda, ma tutta una parte dell’informazione ha già risposte preconfezionate nonostante siamo ancora in una fase di indagine. Molti hanno già deciso che in tanti hanno sbagliato. Allo stato abbiamo una sentenza definitiva che non è stata oggetto di revisione e altre vicende che sono alle indagini preliminari. Si vuole dare in pasto al pubblico qualcosa che stuzzica".
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