Ryanair verso multa da 1 mld € da Antitrust per "abuso di posizione dominante", la compagnia: "Grave mistificazione dei fatti"

Ryanair va verso una multa da un miliardo di euro dall'Antitrust per un presunto abuso di posizione dominante. L'indagine risale al 2023 e la decisione potrebbe arrivare il prossimo 22 dicembre. "Abbiamo documentato che, dopo aver sottoscritto l’accordo, Ryanair non sta rispettando il principio di parità tariffaria: le tariffe più basse sono riservate alla vendita esclusiva sul sito web del vettore, rendendole di fatto indisponibili tramite il canale Travel Agent Direct destinato alle agenzie" ha dichiarato Giuseppe Ciminnisi, presidente di Flavet Confcommercio che è stata in audizione presso l'Autorità Garante della Concorrenza e per il Mercato (Agcm). L'agenzia di viaggio respinge le accuse e sostiene come ci sia una "grave mistificazione dei fatti".

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Ryanair verso multa da 1 mld € da Antitrust per "abuso di posizione dominante"

Ryanair è nel mirino dell'Antitrust e potrebbe rischiare fino a un miliardo di euro di multa. L'Agcm ha chiuso l'istruttoria e va verso una decisione che dovrebbe arrivare entro 10 giorni. Il 30 novembre la compagnia aerea low cost ha consegnato le sue memorie all’Autorità, il 10 dicembre si è svolta l’audizione.

Ryanair è accusata di aver ostacolato la vendita dei biglietti da parte delle agenzie di viaggio con l'obiettivo di spingere i clienti all'acquisto solo sul suo sito. Come? Imponendo la verifica facciale ai clienti che si rivolgono alle agenzie online oppure tramite il sistema di blocco automatico per le prenotazioni ritenute "anomale". Allo stesso tempo l'Antitrust contesta anche i contratti di distribuzione con le agenzie di viaggio, considerati "squilibrati". Il vettore controlla quote tra il 38% e il 50% sulle rotte domestiche ed europee. 

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Ryanair ha spiegato che i suoi metodi di identità e i blocchi delle prenotazioni sono "strumenti di sicurezza e contrasto alle frodi, non barriere anticoncorrenziali". La compagnia irlandese ha anche illustrato che non esiste nessuna regola Ue che impone di prendere accordi con le agenzie di viaggio online e che il proprio modello di vendita diretta si basa sui prezzi più bassi che si trovano sul mercato.