05 Settembre 2025
Macchina di Santa Rosa, fonte: X, @latuaitalia
Sono stati arrestati in un B&B di Montefalcone, nei pressi di Viterbo, altri cinque uomini turchi nella nottata di giovedì 4 settembre. Le forze dell'ordine hanno fatto emergere i loro timori sul fatto che i 5 fossero implicati nell'attentato sventato alla Macchina di Santa Rosa. Anche per loro, si profila l'ipotesi di appartenenza alla mafia turca e al suo traffico di armi.
Serata di tensione in provincia di Viterbo, dove poliziotti della squadra mobile e della Digos hanno arrestato cinque cittadini di origine turca che alloggiavano in un bed and breakfast a Montefiascone. L’operazione, scattata giovedì sera, si inserisce in un quadro investigativo già acceso dopo il fermo di due connazionali, avvenuto mercoledì pomeriggio in un altro B&B del capoluogo, trovati in possesso di un’arma semiautomatica e di una mitraglietta d’assalto, entrambe cariche e pronte all’uso.
A mettere gli investigatori sulle tracce del nuovo gruppo è stato il documento utilizzato per registrarsi nella struttura ricettiva, risultato identico a quello presentato dai due fermati di Viterbo. La coincidenza ha immediatamente insospettito gli inquirenti, che hanno ipotizzato la possibilità di una rete organizzata e di un disegno criminoso più ampio.
Il contesto non è da sottovalutare: il capoluogo laziale è in piena atmosfera di festa per la tradizionale processione della Macchina di Santa Rosa, evento che richiama migliaia di fedeli e turisti. Il timore degli investigatori è che l’arsenale sequestrato ai primi due arrestati potesse essere parte di un piano di matrice terroristica, pronto a colpire durante la manifestazione religiosa.
La perquisizione nell’alloggio di Montefiascone è stata eseguita a fondo, ma al momento non è stato reso noto l’esito dei controlli. Resta massima la riservatezza sulle indagini, che puntano a ricostruire i legami tra i sette fermati, l’origine delle armi e le eventuali connessioni internazionali.
Gli arrestati sono stati condotti in questura per gli accertamenti di rito, mentre la procura di Viterbo coordina le indagini in stretto contatto con le autorità antiterrorismo. Le prossime ore saranno decisive per chiarire se si sia trattato di un gruppo criminale con obiettivi specifici sul territorio italiano o di una cellula in grado di minacciare la sicurezza nazionale.
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