02 Settembre 2025
Vittorio Vitiello, 45enne nato a Pompei ma residente a Firenze. Sarebbe questa l'identità dell'uomo su cui si stanno concentrando le indagini della Postale e additato come l'amministratore del sito Phica, forum porno dove centinaia e centinaia di foto di donne venivano pubblicate senza alcuna autorizzazione. A quanto emerge dalle indagini degli inquirenti, l'uomo è proprietario della società Lupotto Srl incaricata di condurre campagne pubblicitarie sui social attraverso influencer. Vittorio Vitiello, anche noto come "Phicamaster" e "BossMiao", si occupava inoltre di gestire le estorsioni alle vittime, donne costrette a pagare pur di vedere cancellati i post. Vitiello è già stato ascoltato a Firenze dopo la denuncia presentata contro di lui dalla sindaca Sara Funaro, vittima - assieme ad altre personalità politiche, influencer e donne di cultura e spettacolo - dell'esposizione mediatica in seguito alla pubblicazione delle sue foto sul forum.
Il caso "Phica" è scoppiato dopo che numerose erano state le segnalazioni e le denunce contro un portale dove foto di donne, comprese politiche di rilievo, come Meloni ed Elly Schlein, e figure pubbliche, venivano caricate e condivise tra gli 800mila utenti della community, di cui il 90% composto da uomini. Il forum era stato quindi chiuso lo scorso 28 agosto ma la questione non si era chiusa lì: dalle dichiarazioni rilasciate da una delle donne coinvolte, pare che dietro lo scandalo del forum si fosse venuto a creare un business legato alle estorsioni. La donna ha detto di aver ricevuto richiesta, da parte del sito, di versare "mille euro al mese" per la rimozione delle sue foto private. Oltre dunque ai reati di violazione della privacy e di diffamazione attraverso commenti violenti e sessisti, anche ricatti e racket pur di estorcere denaro alle vittime del forum. Le indagini della Polizia Postale erano dunque converte su un profilo significativo, quello celato dietro al nickname "Phica Master" o "Boss Miao" appunto e a cui varie donne avrebbero fatto riferimento per chiedere di chiudere i contenuti che le riguardavano.
Siti sessisti, Polizia postale: "Bisogna denunciare"
A quanto emerge dalla complicata ricostruzione della vicenda, alcune donne si erano viste chiedere tariffe fino a qualche migliaia di euro. Boss Miao in particolare, fissava un tariffario in base all'impegno necessario per la rimozione: dai 350 euro per i casi più "facili" (poche ore/giorni di lavoro), fino a 2mila euro e oltre per mesi di pulizia in rete. Oltre il "traffico" generato dagli utenti dunque, un business con profili di revenge porn. Tra i nomi saltati fuori nel campo delle indagini, nel ciclone era finito anche quello di Roberto Maggio, un imprenditore romano residente tra Dubai e Sofia a capo di una società che aveva rapporti commerciali con Phica. Maggio però si era difeso: "Non sono io il proprietario, dei contenuti non sapevo nulla". "Il mio nome e quello della mia società, la Hydra Group Eood, sono stati ingiustamente collegati al sito phica.eu. Tuttavia (...) Hydra Group si occupa di servizi di pagamenti elettronici online per diverse piattaforme, tra cui anche ragazzeinvendita.com, un sito legale e regolamentato attivo da oltre 21 anni. Questo non significa, in alcun modo, avere collegamenti con Phica.eu" aveva dichiarato.
Intanto in Procura di è svolto un vertice sul caso Phica, ma anche sul caso del gruppo Facebook "Mia Moglie". Gli investigatori della Polizia Postale si sono incontrati col procuratore aggiunto Giuseppe Cascini: verrà aperto un fascicolo. I reati ipotizzati sono diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, diffamazione, estorsione. Il gestore del sito ha pubblicato oggi, 2 settembre, un lungo post nel quale respinge le accuse di estorsione: "Il lavoro è una cosa, la morale un'altra. Il sito è legale, non è morale".
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