Mercoledì, 22 Ottobre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Kirghizistan, alpinista 49enne Luca Sinigaglia morto per edema cerebrale, cercava di salvare collega russa bloccata a 7mila metri

Il corpo dell’alpinista Luca Sinigaglia è ancora in una grotta sul Pik Pobeda. Domani tre soccorritori italiani tenteranno di salvare la 47enne russa, ferita a una gamba, e di recuperare la salma

21 Agosto 2025

Kirghizistan, alpinista 49enne Luca Sinigaglia morto per edema cerebrale, cercava di salvare collega russa bloccata a 7mila metri

fonte: Instagram

Aveva cercato di salvare la collega russa ferita durante la discesa, ma alla fine è stato lui a perdere la vita. Luca Sinigaglia, alpinista milanese di 49 anni, è morto sul Pik Pobeda, la vetta più alta del Kirghizistan, nel disperato tentativo di portare in salvo Natalia Nagovitsyna, 47 anni, rimasta bloccata sulla montagna dallo scorso 12 agosto.

Il nome di Sinigaglia, grande appassionato di alpinismo e profondo conoscitore della regione del Kirghizistan, ai confini con la Cina, è stato reso noto dal mondo dell’alpinismo italiano e riportato anche da diversi media russi.

Kirghizistan, alpinista 49enne Luca Sinigaglia morto per edema cerebrale, cercava di salvare collega russa bloccata a 7mila metri

Secondo le informazioni raccolte dal campo base, Natalia Nagovitsyna si sarebbe infortunata a una gamba durante la discesa dalla cima del Pik Pobeda, una delle montagne più iconiche dell’ex Unione Sovietica, situata a oltre 7.000 metri di quota.

In quel momento, con lei c’erano tre compagni di cordata: il russo Roman Mokrinsky, il tedesco Gunter Siegmund e Luca Sinigaglia. I tre alpinisti hanno prestato i primi soccorsi, lasciandole una tenda e un sacco a pelo, poi Siegmund e Sinigaglia sono tornati il giorno successivo, il 13 agosto, con acqua, cibo e gas. Due giorni più tardi, il 15 agosto, durante un secondo tentativo di soccorso, Sinigaglia – amico di Natalia dal 2021 – è stato colpito da un edema cerebrale ed è morto in quota. Il suo corpo si trova ancora in una grotta a 6.800 metri di altitudine.

Gunter Siegmund, nel frattempo, è stato trasportato in ospedale. Per tentare di salvare Natalia e recuperare la salma di Sinigaglia, è previsto per domani un nuovo intervento, che coinvolgerà anche tre esperti italiani: Michele Cucchi, il pilota di elicottero Manuel Munari (già operativo nei soccorsi in Nepal) e Mario Sottile. L’operazione avverrà con l’ausilio di un elicottero privato, a condizione che il meteo lo consenta.

Il Ministero della Difesa kirghiso ha inviato il 19 agosto un drone per sorvolare l’area e ha confermato che Natalia è ancora viva. Un primo tentativo di soccorso è stato effettuato sabato 16 agosto, quando un elicottero militare Mi-8 con sei soccorritori a bordo è stato inviato verso la vetta. Tuttavia, a causa delle proibitive condizioni meteorologiche, il mezzo è stato costretto a un atterraggio d’emergenza oltre i 4.000 metri di quota, rischiando di trasformare la missione in tragedia. Alcuni soccorritori e membri dell’equipaggio hanno riportato ferite, seppur non gravi, e sono stati trasferiti all’ospedale di Karakol.

Il peggioramento del meteo e il calare della notte hanno impedito l’immediata prosecuzione dell’evacuazione. I soccorsi sono ripresi il giorno successivo, ma restano estremamente complessi a causa dell’altitudine, delle difficoltà logistiche e delle condizioni ambientali avverse.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x