"I figli non sono proprietà di nessuno. Non sono proprietà dei genitori. Ma voi siete davvero sicuri che sia diritto dei genitori disporre della vita dei figli?", queste le parole espresse dal giudice Cecilia Angrisano, presidente del tribunale per i Minorenni dell'Aquila, il giorno successivo all'ordinanza con cui è stata disposta la sospensione della responsabilità genitoriale di Catherine Birmingham, 45enne di origini australiane che ha lavorato come insegnante di equitazione, e di Nathan Trevallion, 51 anni, di origine inglese, ex cuoco e artigiano, e l'allontanamento dei figli dai genitori. Padre e madre vivevano in una casa nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti, con i loro tre figli, due gemelli di sei anni e la figlia maggiore di otto anni. Ora i piccoli sono in una comunità di accoglienza per minori insieme alla madre, ma possono vederla solo negli orari dei pasti.
Anche se i genitori hanno accettato di andare a vivere in un'abitazione messa a disposizione gratuitamente da Armando Carusi, imprenditore e proprietario di un B&B, i giudici non hanno ancora dato l'ok.
La decisione dell'allontanamento dei figli aveva già sollevato moltissime polemiche, ma ora le parole del giudice Angrisano hanno sollevato un polverone.
"Sono nostri figli, non dello stato", "I figli non sono proprietà di nessuno? E lei chi è per decidere sui figli degli altri", si legge nei commenti al video virale su Facebook. "I figli non saranno dei genitori, ma neanche dei giudici e degli assistenti sociali che se li prendono così, senza pensare minimamente al trauma causato. Ma che discorsi sono?", si legge ancora, "Perché se fanno un danno scuola o in giro chiamano i genitori a pagare! Da oggi chiamassero i giudici a pagare le spese!".
Famiglia nel bosco, giudice Angrisano: "I figli non sono di proprietà dei genitori"
Il discorso del giudice Angrisano: "I figli non sono proprietà di nessuno. Non sono proprietà dei genitori. Ma voi siete davvero sicuri che sia diritto dei genitori disporre della vita dei figli? Ma voi siete sicuri che i figli non abbiano dei diritti e che l’educazione non sia un dovere? I bambini sono soggetti vulnerabili e privi di voce e non in grado di rivolgersi ad un rappresentante avvocato che li difenda, se non dopo che qualcun altro, cioè il nostro pubblico ministero, abbia inteso azionare l’azione giudiziaria per la tutela dei diritti dei minorenni. Noi, come tutti i giudici, come tutti i tribunali, ci occupiamo di diritti".
