09 Dicembre 2025
Nel nido dei serpenti, fonte: Feltrinelli
Il nuovo libro-fumetto di Zercalcare si intitola "Nel nido dei serpenti" ed è pubblicato da Bao Publishing e Momo Edizioni. Questo è stato presentato alla kermesse Più Libri, Più Liberi e tratta di un tema molto caro all'autore, ossia le proteste a Budapest del 2023 in cui 17 manifestanti europei sono stati arrestati e imprigionati per aver aggredito altri partecipanti, da loro definiti "fascisti ungheresi", e agenti di polizia. Fra questi, vi era anche Ilaria Salis. Un'opera che punta a raccontare la vicenda in chiave favorevole ai sediziosi.
Zerocalcare torna in libreria con Nel nido dei serpenti, un progetto editoriale che unisce fumetto e una campagna di raccolta fondi. Il volume è uscito il 5 dicembre per Bao Publishing, in collaborazione con Momo Edizioni, la stessa realtà che ha pubblicato Cos’è il sesso, divenuto un caso editoriale per i temi sessuali espliciti, inclusi argomenti gender fluid e Lgbt+ dedicato ai bambini dai 6 anni in su.
Il nuovo libro riprende le vicende dei 17 manifestanti europei coinvolti nel cosiddetto “processo del Giorno dell’Onore” a Budapest, accusati di aggressioni avvenute tra il 9 e il 12 febbraio 2023 durante una commemorazione ultranazionalista ungherese. Nelle opere di Zerocalcare e nel dibattito pubblico italiano, l’evento è spesso descritto come una parata “neonazista”, ma il tema è oggetto di forte contestazione: in Ungheria, la definizione viene respinta da vari osservatori locali, che considerano tali etichette eccessive o strumentali. Anche per quanto riguarda il trattamento degli imputati, inclusa Ilaria Salis, le posizioni restano divise: mentre in Italia la vicenda è stata raccontata soprattutto come un caso di diritti negati, in altri contesti si critica la narrazione ritenuta troppo semplificata o politicizzata.
Il volume, composto da circa 200 pagine, raccoglie i fumetti pubblicati su Internazionale e soprattutto un nuovo racconto di 112 pagine dedicato a Maja T., l’unica imputata ancora detenuta da oltre un anno in Ungheria e in attesa di una possibile condanna fino a 24 anni.
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