09 Dicembre 2025
Roberto Palumbo, fonte: Facebook, @La Ragione
Il nefrologo Roberto Palumbo è stato sospeso dalla Asl Roma 2 dopo l'arresto per corruzione. Una sospensione obbligatoria scattata lo scorso 5 dicembre. L'Azienda sanitaria locale Roma 2 ha anche aperto un fascicolo interno e attivato l'ufficio di disciplina, esprimendo in una nota "piena fiducia nel lavoro degli inquirenti" e garantendo "ogni supporto necessario per favorire il rapido accertamento del caso". Nel frattempo, sono fuoriuscite anche delle intercettazioni attribuite alla dottoressa del Sant’Eugenio Paola Tatangelo: "Tanto a noi de ’na paziente che ce ne frega, il posto in dialisi ce l’ha, sta comunque in un ospedale. Se se trova male, è un problema suo"
Roberto Palumbo, arrestato in merito ad una indagine per corruzione, si trova ora ai domiciliari. Il primario del Sant'Eugenio di Roma è accusato di aver intascato una tangente in contanti da 3mila euro da Maurizio Terra, imprenditore che opera nel settore delle cliniche private specializzate in dialisi e ai domiciliari.
Uno tra i provvedimenti emessi è stata la sospensione da parte dell'Asl Roma 2. La Regione Lazio è pronta a costituirsi parte civile, e il governatore Francesco Rocca ha dichiarato: "Quello che è stato scoperto è una cosa orribile: ovviamente il primario verrà sospeso e ci sarà anche un approfondimento sulle strutture coinvolte". E parlando proprio di queste, Rocca ha specificato che l'obiettivo è "verificare se dovessero far riferimento alla persona arrestata insieme al dottor Palumbo per una eventuale sospensione degli accreditamenti". Poi ha continuato: "Bisogna muoversi con dei passi giuridicamente corretti e senza compromissione per il diritto alla salute dei pazienti. Ci dobbiamo muovere con cautela perché non è che si chiude dall'oggi al domani. Però agiremo senza sconti per nessuno".
Anche l'Ordine dei medici ha preso posizione: "Se i fatti risulteranno confermati, è l'intera categoria medica ad essere parte lesa".
Dalle intercettazioni emergerebbe un atteggiamento quasi sprezzante nei confronti dei pazienti. Coinvolta Paola Tatangelo, che si occuperebbe di gestire il raccordo tra ospedale e centri di dialisi. Negli atti si legge che seguiva "l'invio dei pazienti e il percorso clinico".
"Le diciamo che qui non abbiamo posto…però abbiamo i nostri centri, la faccio contattare dalla responsabile" è una delle intercettazioni che viene attribuita a Palumbo. "Tu ora mi riscriverai tutti i posti che non mi sono ancora venduto", si legge ancora. I pazienti sarebbero stati "inviati" alle cliniche "amiche". "Diamo priorità a quelli un po’ più vicini a noi, con cui collaboriamo quotidianamente, no?", sarebbe stata la logica del primario.
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