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Genova, carabiniere usa il taser per fermare un uomo che opporre resistenza, muore quarantunenne

Indagati i due militari che hanno usato il dispositivo elettrico per tre volte. Il fascicolo al momento è per omicidio colposo, l'autopsia tenterà di fare chiarezza

18 Agosto 2025

Genova, carabiniere usa il taser per fermare un uomo che opporre resistenza, muore quarantunenne

Un uomo di 41 anni è morto ieri pomeriggio a Manesseno, frazione del comune di Sant’Olcese sulle alture di Genova, dopo essere stato colpito più volte con il taser, la pistola che esplode dardi elettrici, dai carabinieri. Secondo la prima ricostruzione svolta dai carabinieri dell’aliquota della Procura, incaricati di seguire le indagini dal sostituto procuratore Paola Calleri, e dai colleghi del reparto operativo, l’uomo era davanti all’abitazione del fratello. Due vicini hanno chiamato il 112, segnalando come avesse minacciato uno di loro. I primi ad arrivare sono stati i volontari con l’ambulanza, che però hanno ritenuto di far intervenire le forze dell'ordine.

Quando due pattuglie del nucleo radiomobile sono arrivate a Manesseno, i quattro militari lo hanno trovato seduto nella sua automobile, visibilmente ammaccata a causa di un incidente avvenuto qualche giorno prima. I carabinieri avrebbero chiesto all’uomo, già noto alle forze di polizia, di uscire e consegnare i documenti. Ma lui si è rifiutato, dicendo che se ne sarebbe andato. Ne è nata una prima accesa discussione, durante la quale uno dei militari ha preso le chiavi dell’auto. Alla fine il quarantunenne - secondo i carabinieri sotto effetto di qualche sostanza stupefacente, particolare che però dovrà essere chiarito dall’autopsia – avrebbe accettato di recuperare i documenti in casa, facendosi seguire sulle scale dai quattro militari. Lì però avrebbe iniziato a scalciare e dimenarsi, sino a quando l’azione si è spostata nell’androne della palazzina. Stando sempre alla prima ricostruzione, uno dei militari ha estratto il taser in dotazione, per immobilizzarlo. Ha sparato il primo dardo, che però ha sfiorato sia il quarantunenne che un altro carabiniere, andando di fatto a vuoto. Poi un secondo, che ha colpito l’uomo. Ma ciò non è bastato a bloccarlo e la zuffa è proseguita. Sino a quando il militare ha passato la pistola elettrica a un collega, che ha sparato il terzo colpo. Il quarantunenne si è fermato e poi è stramazzato al suolo.

Secondo il primo sopralluogo del medico legale Isabella Caristo, la vittima aveva segni riconducibili a più scariche elettriche. Alla fine l’uomo è morto, per cause che andranno accertate con l’autopsia. Tutti e quattro i carabinieri hanno fatto ricorso alle cure mediche. La Procura, una volta ricevuta la prima informativa dall’aliquota, aprirà un fascicolo per omicidio colposo a carico dei due carabinieri che hanno usato il taser. Si dovrà capire innanzitutto che genere di formazione sia stata assicurata ai militare per utilizzare questo dispositivo. Quale sia la procedura per usarlo: tra avvertimenti e messa in funzione, ma anche se vi siano indicazioni su quante scariche possano essere somministrate (ogni pistola ha due cartucce, composta ciascuna da due dardi). Il medico legale poi potrà accertare se l’uomo soffrisse di disturbi che possano aver concorso nel decesso, a cominciare da quelli di natura cardiaca.

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