09 Agosto 2025
Fonte: X @Matteo Salvini
I recenti casi di cronaca hanno portato a riflettere sul tema della patente di guida alle persone anziane. Il ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini sta andando verso un giro di vite in questa direzione: "Servono controlli medici più approfonditi per il rinnovo, test cognitivi e sarà possibile assegnare licenze limitate".
l ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha annunciato una possibile stretta sulle regole per il rinnovo della patente agli automobilisti più anziani, dopo i recenti incidenti mortali che hanno visto protagonisti over 80 alla guida contromano in autostrada. L’obiettivo, ha spiegato il vicepremier, è “ragionare su una revisione basata sui numeri e non sulle impressioni”, in attesa dell’analisi dei dati da parte della Motorizzazione.
Oggi l’Italia ha già norme più severe di molti Paesi europei: rinnovo ogni 3 anni tra i 70 e gli 80 anni e ogni 2 anni oltre questa soglia, sempre con visita medica obbligatoria. In confronto, Regno Unito, Francia e Germania non prevedono test medici periodici legati all’età, mentre Spagna e Paesi Bassi effettuano controlli psicofisici o pratici, compresi test cognitivi e limiti personalizzati alla guida. Nel nostro Paese, però, il rinnovo si basa solo su una valutazione clinica, senza prove pratiche o verifiche sui riflessi.
La riforma allo studio potrebbe introdurre proprio questi elementi: controlli più approfonditi, test di reazione, valutazioni cognitive e possibili “patenti a raggio ridotto” con limiti su autostrade o guida notturna. Il Pd, parallelamente, propone di obbligare a ripetere esame teorico e pratico dopo gli 80 anni, misura già tentata senza successo in passato.
Il tema divide. Associazioni come Assoutenti e sindacati dei pensionati ricordano che per molti anziani la patente è “uno strumento di autonomia, dignità e partecipazione sociale”, chiedendo piuttosto controlli medico-funzionali più rigorosi per tutti, senza discriminazioni anagrafiche. I dati, inoltre, mostrano che gli anziani hanno in media meno incidenti totali rispetto ai giovani, ma un tasso più alto per chilometro percorso, con aumento marcato dopo i 70 anni.
Resta il nodo politico: un irrigidimento delle regole potrebbe migliorare la sicurezza, ma rischia di colpire una fascia di popolazione già vulnerabile sul piano della mobilità. Salvini, per ora, si limita ad annunciare che la decisione arriverà “solo dopo le verifiche tecniche”.
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