Mercoledì, 22 Ottobre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Omicidio Sara Campanella, fidanzato Stefano Argentino trovato impiccato in carcere, 1 mese dopo l’arresto manifestò intenti suicidi

Secondo le prime ricostruzioni, Argentino si sarebbe impiccato dopo essersi isolato, approfittando di un momento in cui era solo. Il 22enne, in precedenza, aveva manifestato intenti suicidi e rifiuto del cibo

06 Agosto 2025

Omicidio Sara Campanella, fidanzato Stefano Argentino trovato impiccato in carcere, 1 mese dopo l’arresto manifestò intenti suicidi

Sara Campanella e Stefano Argentino, fonte: telegram, @Ultimora

Stefano Argentino, il 22enne accusato dell’omicidio di Sara Campanella, si è tolto la vita impiccandosi nel carcere di Messina nel pomeriggio del 6 agosto. Il giovane era detenuto con l’accusa di aver ucciso la fidanzata lo scorso 31 marzo. A trovare il suo corpo senza vita sono stati alcuni agenti della polizia penitenziaria. Argentino si era allontanato dai suoi compagni di cella poco prima delle 17. Inutili i soccorsi.

Omicidio Sara Campanella, fidanzato Stefano Argentino trovato impiccato in carcere, 1 mese dopo l’arresto manifestò intenti suicidi

Il dramma si è consumato nel silenzio di una giornata apparentemente normale all’interno del carcere. Secondo le prime ricostruzioni, Argentino si sarebbe impiccato dopo essersi isolato, approfittando di un momento in cui era solo. Nonostante un precedente periodo in cui aveva manifestato comportamenti preoccupanti, come il rifiuto del cibo e l’espressione di intenti suicidi, il giovane era stato reintegrato nella normale vita detentiva, condividendo la cella con altri due detenuti e non risultava più sottoposto a regime di alta sorveglianza.

Un mese dopo l’arresto, infatti, Argentino aveva rivelato a medici e psicologi carcerari il proprio malessere profondo e la volontà di farla finita. Ma dopo una fase di osservazione, sembrava che il suo stato psichico fosse migliorato. Invece, dietro quella apparente ripresa, covava un disagio irrisolto.

La Procura di Messina, sotto la guida del procuratore Antonio D’Amato, ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità o negligenze nella gestione del caso all’interno della struttura penitenziaria.

Ho aiutato mio figlio perché si voleva uccidere”, aveva confessato in precedenza Daniela Santoro, la madre del giovane, ammettendo di averlo aiutato nella fuga subito dopo il delitto. Durante una telefonata, Argentino le aveva detto di sentirsi “disperato, di avere fallito” e confessava una dolorosa incapacità: quella di “provare sentimenti”.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x