Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Omicidio Sara Campanella, Stefano Argentino alla famiglia della ragazza: “Quel giorno ero fuori di testa, spero che Dio mi perdoni”

Il 27enne siacusano, collega di università della vittima e reoconfesso dell’omicidio, ha affidato al suo legale alcune parole da recapitare alla famiglia di Sara Campanella

25 Aprile 2025

Omicidio Sara Campanella, il killer aiutato nella fuga, si era nascosto nella casa vacanze della madre a Noto, oggi l'interrogatorio

Sara Campanella e Stefano Argentino, fonte: telegram, @Ultimora

Dopo i genitori, anche Stefano Argentino rompe il silenzio e affida al suo legale un messaggio diretto alla famiglia di Sara Campanella, la 22enne universitaria brutalmente uccisa a coltellate in strada a Messina. Il giovane, 27 anni, originario di Siracusa e collega di studi della vittima, è reo confesso dell’omicidio e ha scritto alla famiglia di Sara riconoscendo che “quel giorno” era “fuori di testa”.

Ieri la lettera della famiglia di Argentino rifiutata, oggi Stefano alla famiglia di Sara: “ero fuori di testa, spero nel perdono di Dio”

Più rifletto, da solo con me stesso, più arrivo a una e una sola conclusione: quel giorno ero fuori di testa. Un uomo razionale non può spingersi a tanto. Ho sempre sognato di costruire qualcosa con Sara, e invece ho compiuto il gesto peggiore che si possa rivolgere a una persona, a una donna”, ha dichiarato Stefano Argentino tramite l’avvocato Giuseppe Cultrera.

Parole che si aggiungono a quelle già inviate dai suoi genitori, in una lettera destinata alla famiglia Campanella, ma rimasta non letta. I genitori di Sara, tramite il loro legale, hanno infatti definito le scuse “tardive” e “non sincere”.

Argentino, arrestato poche ore dopo il delitto, aveva chiamato la madre in lacrime, minacciando di togliersi la vita. La donna, residente a Noto insieme al marito, si è immediatamente recata a Messina per recuperare il figlio, senza conoscere ancora l'entità dell'accaduto. Solo più tardi, ha raccontato ai carabinieri, avrebbe saputo la verità sul gesto del figlio e sul motivo del suo sconvolgimento.

Nel messaggio affidato alla difesa, il 27enne si è rivolto anche a Dio: “Il perdono forse non è umano, ed è giusto così, ma spero che almeno Dio, al suo cospetto, mi perdoni quello che una parte di me, la peggiore, ha fatto”.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x