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Firenze, "ansia cronica" per rumori notturni di tacchi e oggetti caduti, inquilina condannata a risarcire 10mila € alla vicina di casa del piano inferiore

Il diverbio risale al lontano 2018, l'inquilina "recidiva" aveva ovviato al problema installando 17 tappeti, ma le misure non sono state ritenute sufficienti

24 Aprile 2025

Firenze, "ansia cronica" per rumori notturni di tacchi e oggetti caduti, inquilina condannata a risarcire 10mila € alla vicina del piano inferiore

Una donna di Sesto Fiorentino (Firenze) ha fatto causa all'inquilina del piano superiore per il continuo rumore di tacchi e di oggetti caduti, spesso di notte. Il disturbo era tale da aver causato nella donna uno "stato d'ansia cronica", e dopo mesi ha deciso di rivolgersi al tribunale che le ha dato ragione e ha stabilito che l'inquilina del piano superiore risarcisca la vittima di 10 mila euro. 

Firenze, "ansia cronica" per rumori notturni di tacchi e oggetti caduti, inquilina condannata a risarcire 10mila € alla vicina del piano inferiore

Una donna di Firenze ha citato in giudizio la sua inquilina del piano superiore per il continuo disturbo provocato dal rumore di tacchi e di oggetti che cadevano, spesso durante la notte. La vicenda non è nuova e risale al lontano 2018, quando la vicina del piano di sopra aveva iniziato dei lavori di ristrutturazione e aveva installato un pavimento in gres porcellanato, noto per avere basse proprietà di isolamento acustico. Le donne erano già arrivate alle vie legali ed all'epoca il giudice aveva disposto per l'inquilina del piano superiore l'obbligo di prendere i provvedimenti necessari per non arrecare ulteriori fastidi alla vicina del piano inferiore. L'accusata aveva quindi cercato di ovviare al problema ricoprendo il suo pavimento con 17 tappeti.

Tuttavia le misure messe in atto dalla vicina del piano superiore non sono bastate e la questione è ritornata recentemente in tribunale dove la "recidiva" inquilina è stata ora condannata al risarcimento di 10mila euro alla sua vicina del piano inferiore, che inizialmente aveva chiesto 26mila euro di danni. I giudici hanno ritenuto che la donna non ha adottato misure sufficienti a minimizzare il disturbo acustico ed hanno invece riconosciuto lo "stato d'ansia cronica" denunciato dall'inquilina del piano di sotto come conseguenza dei continui rumori provenienti dall'appartamento di sopra.

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