04 Marzo 2025
Ancora una volta Genova e Savona, insieme a Catania, al centro di un’inchiesta sulla pedopornografia. È la terza operazione, le ultime due nel giro di poco più di un mese, in cui gli investigatori della polizia postale trovano dei forti legami tra la Sicilia e la Liguria scoprendo un maxi traffico di materiale a luci rosse con protagonisti dei minori. Spesso fotografie e filmati girati direttamente dagli indagati: uno dei videomaker più attivi in questo senso, secondo i magistrati, è un pensionato residente nel savonese, finito in manette alla fine del 2024, che si è ripreso più volte in atteggiamenti intimi insieme a ragazzine non ancora quattordicenni. In manette, insieme a lui, a dicembre erano finiti altri tre uomini che dal capoluogo gestivano i sistemi di crittografia e archiviazione cloud per nascondere i file dei pedofili.
L’altro giorno nel registro degli indagati sono stati iscritti i nomi di altri sei liguri:un commesso del centro commerciale Fiumara, tre muratori, un cameriere e un ristoratore. Tutti poco più che trentenni e residenti tra Genova, Savona e La Spezia. Gli agenti del Centro operativo per la sicurezza cibernetica della Liguria hanno perquisito le loro abitazioni e gli uffici, acquisendo dispositivi informatici e cellulari. Apparecchi che saranno analizzati a Roma, ma pure a livello locale ci sarà un supplemento di indagine. Lo scopo è quello di verificare collegamenti tra la banda di pedofili e quella smantellata nello scorso dicembre. Si cerca un legame, che può essere appurato solo se verranno scovate le stesse fotografie e gli stessi film. In particolare quelli autoprodotti dal pensionato savonese.
L’ipotesi degli inquirenti è che la Liguria sia uno snodo centrale per pedofili che navigano nel dark web. Per dimostrarlo il lavoro dei cyberpoliziotti si sta concentrando sulla possibile presenza nel web di altri file prodotti nella nostra regione. Nelle scorse settimane è stata sentita la tredicenne ripresa nel filmino insieme al pensionato: i due non consumano un rapporto sessuale completo, ma le molestie sono evidenti. E vista l’età della giovane (che non ha ancora compiuto 14 anni) è scattato il reato di violenza sessuale. È la qualità delle riprese a far temere alla polizia postale che di documenti come questo ce ne siano altri: da qui la necessità di accelerare la visione del materiale già sequestrato. Non solo in Liguria, ma pure a Catania.
Ed è proprio dalla Sicilia, grazie al blitz di giovedì scorso (l’operazione è stata ribattezzata “Hello”) - operazione che oltre a Catania, Genova, Savona e La Spezia ha coinvolto altre 52 città - che arrivano particolari raccapriccianti che potrebbero fornire un’arma in più agli inquirenti che si stanno occupando di stanare i componenti della rete che opera in Liguria. Tra il materiale sequestrato ci sono documenti con nomi raccapriccianti. Nefandezze che venivano promesse pure nelle chat intercettate dagli 007 del Centro operativo per la sicurezza cibernetica della Liguria.
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