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Genova, picchia il compagno della ex moglie perché maltrattava la donna, i giudici lo assolvono

L'uomo e un suo amico erano accusati di sequestro di persona aggravato dai metodi mafiosi, ma in aula i reati contestati non sono stati provati. E il fatto non sussiste

29 Gennaio 2025

Genova, picchia il compagno della ex moglie perché maltrattava la donna, i giudici lo assolvono

Non c’è stata nessuna spedizione punitiva, non ci sono state neppure le lesioni aggravate dal metodo mafioso che contestava l’accusa: secondo i giudici Antonino Fiumanò, 47 anni, quando ha preso a schiaffi il nuovo compagno della ex moglie, lo ha fatto per difendere la donna. Era stata lei, in lacrime, nella primavera di due anni fa, a chiedere il suo aiuto, dopo aver subito gli ennesimi maltrattamenti dal fidanzato di allora. Fiumanò, in passato già indagato dalla Direzione distrettuale antimafia per ’ndrangheta e poi archiviato, ieri è stato assolto per non aver commesso il fatto (è stato però condannato per il porto abusivo di un manganello telescopico con la sospensione della condizionale). Così come è stato assolto il suo amico Bruno De Pasquale, alla guida del Suv dove, secondo quanto ricostruito dal sostituto procuratore Federico Manotti, che aveva chiesto per gli imputati pene di 5 anni e 4 anni e dieci mesi, sarebbe stata fatta salire la vittima con la forza e portata lontano per il pestaggio che lo aveva fatto finire all’ospedale. Una tesi che non ha convinto il collegio, facendo prevalere le richieste di assoluzione formulate dai legali degli imputati, gli avvocati Giulia Liberti e Mario Iavicoli. Le motivazioni della sentenza verranno depositate tra quindici giorni.

A pesare in camera di consiglio, oltre alle arringhe dei due difensori, sono stati due fattori: il primo è che la vittima non si è presentata parte civile, e non ha neppure denunciato i due presunti picchiatori, il secondo è la mancanza di testimoni. O meglio, chi aveva assistito alla prima lite nel bar di Molassana e aveva chiamato il 112, chiedendo l’intervento immediato delle forze dell’ordine, in aula non ha confermato quanto aveva detto al centralinista. Neppure quando il pubblico ministero Manotti al collegio ha fatto sentire la registrazione di quelle disperate richieste di aiuto. Così, i toni usati la mattina del 14 marzo 2023, nelle udienze che hanno preceduto la discussione sono stati parecchio smussati. E quella che era stata descritta come un’aggressione, con il successivo sequestro di persona (gli spintoni dati da Fiumanò per far salire l’uomo che aveva picchiato l’ex moglie sul Range Rover guidato da De Pasquale), si è trasformata in una discussione dai contorni non definiti.

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