30 Dicembre 2024
Sulla definizione dei paesi sicuri, la Corte Suprema di Cassazione dà ragione al governo: "La valutazione spetta ai ministri". Arrivata stamane l'ordinanza interlocutoria dei giudici della prima sezione Civile in merito ai ricorsi presentati dall'esecutivo contro le prime mancate convalide del trattenimento di migranti in Albania emesse dalla sezione Immigrazione del Tribunale di Roma il 18 ottobre scorso. Viene rinviata alla Corte di Giustizia europea l'interpretazione definitiva del concetto di 'Paese sicuro' di origine dei migranti nella prossima udienza del 25 febbraio 2025.
Nell'ordinanza si legge: "Il giudice ordinario è il garante dell’effettività, nel singolo caso concreto al suo esame, dei diritti fondamentali del richiedente asilo", tuttavia egli "non può sostituirsi al Ministro degli affari esteri. Non può neppure annullare con effetti erga omnes il decreto ministeriale". Spetta infatti al decisore politico, nel caso specifico ai ministri, la scelta di "prevedere un regime differenziato di esame delle domande di asilo per gli stranieri che provengono da paesi di origine designati come sicuri". Sarà dunque prerogativa del governo la decisione su quali paesi siano considerabili come sicuri e quali invece no, eccetto singoli casi da motivare.
"Il giudice della convalida, garante, nell’esame del singolo caso, dell’effettività del diritto fondamentale alla libertà personale, non si sostituisce nella valutazione che spetta, in generale, soltanto al Ministro degli affari esteri e agli altri Ministri che intervengono in sede di concerto" scrivono i giudici nell'ordinanza, aggiungendo inoltre che "la designazione di un paese terzo come paese di origine sicuro può essere effettuata, attraverso un decreto ministeriale, con eccezioni di carattere personale".
La Cassazione accoglie dunque il ricorso fatto dal Viminale contro il provvedimento di non convalida del trattenimento di uno dei migranti (proveniente dall'Egitto) portati nei centri in Albania e successivamente fatti rientrare in Italia per una sentenza del Tribunale romano. Viene però rinviata alla Corte di Giustizia europea l'interpretazione definitiva di 'Paese sicuro', in vista dell'udienza che si terrà il 25 febbraio e che potrebbe convalidare l'accoglimento della decisione odierna. Se anche la Corte europea dovesse dare ragione alle istanze governative, il trasferimento dei migranti in Albania permetterebbe di applicare le procedure accelerate di frontiera, per il respingimento dei migranti a seconda dell'assegnazione degli Stati di origine alla categoria di 'Paesi sicuri', come previsto dalla normativa europea all'articolo 37 della direttiva 2013/32/UE.
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