20 Dicembre 2024
11 neonazisti indagati a Milano per istigazione odio razziale contro ebrei e stranieri su Telegram, perquisizioni in tutta Italia, trovate copie Mein Kampf
Dodici giovani legati a gruppi di estrema destra e neonazisti sono finiti sotto indagine della Procura di Milano per istigazione a delinquere aggravata dall’odio razziale.
Secondo gli inquirenti, attraverso gruppi Telegram come Tricolore Sangue Italico, Ordine Attivo Terzista, Spirito Fascista, Rinascita Popolare Italiana e Sangue e Suolo, avrebbero diffuso “idee naziste e fasciste”, propagandando “odio razziale nei confronti degli ebrei” e incitando alla violenza su base etnica e razziale.
Le indagini, coordinate dal pm Leonardo Lesti e condotte dalla polizia postale, hanno portato alla perquisizione delle abitazioni di 11 giovani, di età compresa tra i 17 e i 24 anni, distribuiti in diverse province italiane da nord a sud: Catanzaro, Brianza, Lecco, Milano, Como, Bari, Barletta-Andria, Pistoia, Salerno e Rovigo. "Gli indagati hanno un’età compresa tra i 17 e i 24 anni. Il più giovane, ancora minorenne, è studente dell’ultimo anno delle scuole superiori. Uno solo - il più grande di età - lavora: si tratta di un ventiquattrenne comasco impiegato presso una fabbrica in Svizzera" ha fatto sapere la Polizia Postale. Il procedimento penale è tuttora nella fase delle indagini preliminari.
Durante le operazioni sono stati sequestrati dispositivi elettronici contenenti chat su piattaforme come WhatsApp, Messenger e Telegram, oltre a file, fotografie e documenti di propaganda neonazista conservati su altri social.
Secondo la Procura, gli indagati avrebbero avuto l'obiettivo di "tirare fuori i camerati dal virtuale" per avviare un "impegno concreto nel mondo reale". Le indagini hanno rivelato che, attraverso conversazioni ispirate all’ideologia della "Terza Posizione", emergeva la volontà di compiere atti di violenza contro chiunque non fosse considerato conforme alla "razza ariana".
Telegram si era trasformata nella loro piattaforma principale, dove si dedicavano a "discutere" i temi tipici dell’"estrema destra suprematista e filonazista". Tra gli argomenti principali figuravano la "superiorità della razza bianca, l'odio razziale e l'antisemitismo".
La Polizia Postale ha evidenziato, in una nota, che i 12 giovani coinvolti avrebbero organizzato raduni di persona per "cambiare lo stato delle cose", ritenendo "insufficiente" limitarsi all’appartenenza ai gruppi Telegram senza un "impegno concreto nel mondo reale".
Tra il materiale rinvenuto figurano copie del Mein Kampf di Adolf Hitler, vessilli e simboli riconducibili all’ideologia neonazista, nonché oggetti come tirapugni. Le perquisizioni hanno permesso di raccogliere ulteriori elementi utili alle indagini, che si concentrano su un arco temporale che va dal dicembre 2023 al settembre 2024.
Il lavoro degli agenti del Centro operativo per la sicurezza cibernetica si è basato su intercettazioni telefoniche e analisi delle conversazioni online tra i membri del gruppo. Gli investigatori hanno identificato contenuti dal carattere nazionalsocialista, suprematista, razzista e antisemita, nonché reiterati incitamenti alla discriminazione e alla violenza per ragioni etniche e razziali.
Parallelamente lo scorso 4 dicembre, altre indagini hanno portato all'arresto di 12 persone in tutta Italia, considerate membri del gruppo suprematista e neonazista denominato Werwolf Division. Gli arrestati sono accusati di associazione con finalità di terrorismo, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, oltre che di detenzione illegale di armi da fuoco.
Nel caso Werwolf Division, cinque dei dodici arrestati provengono dal Bolognese, tra cui Daniele e Federico Trevisani, rispettivamente 37 e 33 anni, di San Benedetto in Val di Sambro. Gli inquirenti attribuiscono a Daniele Trevisani e Andrea Ziosi, 37 anni di Bologna, ruoli di vertice all’interno della cellula, con responsabilità nel proselitismo e nell’istigazione a compiere atti violenti. Gli altri arrestati, provenienti da varie province italiane, sono accusati di aver contribuito a creare una rete clandestina, supportata da materiale propagandistico e armi, rinvenuti durante le perquisizioni.
Le indagini coordinate dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrosimo sul gruppo hanno rivelato l’intenzione di realizzare attentati ispirati alle tecniche dei cosiddetti "lupi solitari", utilizzate sia dai suprematisti sia dai jihadisti.
Secondo quanto riferito dagli investigatori, tra gli obiettivi ci sarebbero stati attentati contro il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e un economista del World Economic Forum. Gli indagati avrebbero discusso apertamente di queste azioni nelle conversazioni intercettate, evidenziando un’organizzazione avanzata e motivata.
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