11 Dicembre 2024
Fonte: social
Una donna, che mostrava i sintomi di influenza legata alla malaria, è stata ricoverata all'ospedale Annunziata di Cosenza ed è stata dimessa il giorno dopo. La notizia ha scatenato da subito un allarmismo ingiustificato per la malattia "misteriosa" in Congo. La 24enne aveva lavorato a Kinshasa, la capitale congolese che dista circa 750 chilometri dal distretto di Panzi (nella regione del Kwango), dove centinaia di persone stanno morendo a causa della malaria, della malnutrizione (che raggiunge livello superiori al 60% della popolazione), dell'assenza di medicinali e di macchinari ospedalieri. Era rientrata in Italia lo scorso 29 novembre, dopo aver trascorso diverso tempo nel Paese africano in missione umanitaria, dove aveva già accusato i sintomi (febbre, nausea e dolori muscolari). Arrivata a Cosenza, ha deciso di farsi ricoverare. L'ospedale l'ha però dimessa il giorno dopo, quando, passata la sintomatologia, la donna ha iniziato a sentirsi bene. I medici hanno deciso ugualmente di spedire i campioni prelevati dalla donna per permette all'Istituto Sanitario Nazionale di effettuare delle analisi.
Oggi, la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha spiegato che 10 pazienti su 12 (più dell'80%) "sono risultati positivi alla malaria", ha ammesso il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus. Solo ieri il caso del falso allarme di Lucca, un uomo di 50 anni rientrato dal Congo è stato ricoverato all'ospedale San Luca per ben 10 giorni, dal 22 novembre al 3 dicembre, perché riscontrava sintomi influenzali associati a febbre e anemia.
Sia nel caso del 50enne lucchese che in quello della 24enne di Cosenza, sono stati effettuati degli "accertamenti in via precauzionale". "La situazione è sotto controllo. La giovane è tornata in Italia ed ha avuto il buon senso di ricorrere alle cure ospedaliere visto che aveva avuto i primi sintomi già in Congo con una malaria diagnostica", ha spiegato il direttore sanitario dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza Martino Rizzo, escludendo qualsiasi possibilità di contagio e lasciando intendere che si sia trattato di una altro falso allarme.
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