09 Dicembre 2024
Fonte: imagoeconomica
Falso caso all'ospedale di Lucca: un uomo di 50 anni rientrato dal Congo è stato ricoverato all’ospedale San Luca per ben 10 giorni, dal 22 novembre al 3 dicembre, perché riscontrava sintomi influenzali associati a febbre e anemia. L’episodio ha destato attenzione poiché riconducibile alla "malattia misteriosa" che sta colpendo una regione remota del Congo, dove però il tasso di malnutrizione è oltre il 60%. Peccato però che si sia trattato di un falso allarme: il paziente è stato dimesso in buone condizioni e non presenta rischi di contagio. La sintomatologia – febbre, anemia e affaticamento – rientra tra quelle potenzialmente attribuibili alla malattia non ancora identificata in Congo, che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sta studiando. L'episodio che ha colpito il 50enne è riconducibile a una normale forma influenzale aggravata da anemia.
Spartaco Sani, responsabile delle malattie infettive dell’ospedale lucchese, ha chiarito che il paziente lavorava a circa 500 km dalla zona del focolaio: “Non c’è pericolo di contagio. È stato richiamato per ulteriori accertamenti solo per massima precauzione”. L’Azienda sanitaria Toscana nord ovest, in accordo con l’Istituto Superiore di Sanità, ha attivato un protocollo di verifica. I campioni prelevati saranno analizzati per escludere connessioni con il focolaio africano. “Quando il paziente è stato ricoverato, non era ancora noto il focolaio in Congo” ha aggiunto la direzione sanitaria.
Secondo l’Asl Toscana il paziente è stato ricoverato quando "non era ancora noto il focolaio emerso in Congo" ma "per scrupolo dopo la sua dimissione, avuto notizia”, della misteriosa malattia, “è stato richiamato per accertamenti”. “Si è trattato di un'azione precauzionale di verifica e approfondimento", ha concluso l’Asl Toscana, sottolineando come si fosse trattato di un falso allarme.
Il ministero della Salute ha alzato la sorveglianza sanitaria, soprattutto nei confronti di chi rientra da aree a rischio. Sebbene non ci siano voli diretti tra Italia e Congo, le autorità hanno investito del caso le Usmaf (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera). Ma al momento non ci sarebbe “nessun rischio per la popolazione”, ha aggiunto Sani.
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