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Genova, costretti dalle liste d'attesa alla sanità privata per curare il figlio, giudice condanna l'Asl

L'azienda sanitaria dovrà risarcire una famiglia con cinquemila euro. Nonostante al piccolo fosse stata diagnosticata una forma di autismo, il primo posto utile era dopo 34 mesi

19 Ottobre 2024

Genova, costretti dalle liste d'attesa alla sanità privata per curare il figlio, giudice condanna l'Asl

La Asl3 genovese è stata condannata a risarcire con cinquemila euro una famiglia costretta a ricorrere alla sanità privata per curare il figlio. La sentenza del tribunale di Genova ripercorre la vicenda di un bambino a cui nel 2019 era stato diagnosticato un disturbo dello spettro autistico. La Asl3 lo aveva inserito nella lista d'attesa per i trattamenti di logopedia e psicomotricità ma il bimbo è stato effettivamente preso in carico dalla Asl3 solo 34 mesi dopo la diagnosi. I genitori per le cure si sono così dovuti rivolgere a un centro privato.  E, come ha spiegato il consulente tecnico nominato dalla giudice, qualora la famiglia non avesse colmato quel vuoto terapeutico pagando un percorso privato, come invece hanno fatto quella mamma e quel papà, il piccolo sarebbe stato «esposto a un mancato o a un ridotto miglioramento delle sue condizioni, con un pregiudizio grave e irreversibile nei confronti del suo stato di salute».

Ecco perché la giudice Maria Ida Scotto della sezione lavoro del Tribunale di Genova ha condannato la Asl 3 a rimborsare ai genitori del bambino i soldi spesi fra il dicembre 2020 e il settembre 2022 per i trattamenti riabilitativi in un centro privato. L’azienda sanitaria, in base alla sentenza pubblicata nei giorni scorsi, dovrà anche restituire alla famiglia,  tremila euro di spese di lite. Nonché farsi carico del costo della consulenza tecnica. Questa sentenza tocca il tema, sentitissimo in Liguria, delle liste d’attesa per i minori che necessitano di cure riabilitative. Ma non solo, perché più in generale i ritardi della sanità ligure sono uno degli argomenti al centro della campagna elettorale per le regionali di fine mese. Attese spesso di mesi, con il rischio di una migrazione dei pazienti nelle regioni vicine. O di situazioni di indebitamento per un’assistenza privata. Proprio ieri Marco Macrì, padre di due bambini di cui uno con disabilità ed esponente del “Comitato Famiglie senza cura”, ha organizzato un dibattito fra i candidati alla presidenza della Regione.

La storia del piccolo protagonista di questo caso giudiziario inizia nell’ottobre del 2019, quando la struttura di neuropsichiatria infantile della Asl 3 gli riconosce un disturbo dello spettro autistico. E lo inserisce nella lista unica per gli interventi riabilitativi di neuropsicomotricità e di logopedia presso centri convenzionati. «Autismo infantile» e «ritardo mentale di media gravità» sono le diagnosi. In tutto vengono prescritte quattro sedute alla settimana e vari colloqui durante l’anno per i genitori. Passano i mesi, la Asl non dice nulla, però mamma e papà non si rassegnano e si rivolgono a un centro privato. Solo alla fine di agosto 2022 l’azienda sanitaria dispone la presa in carico del piccolo da parte del Servizio sanitario nazionale. La famiglia chiede così il rimborso di quanto già speso, ma l'azienda sanitaria dice no. E parte la causa. La giudice Scotto richiama una sentenza della Cassazione, secondo la quale «le prestazioni necessarie e urgenti, anche se effettuate in strutture non convenzionate e senza la previa autorizzazione della Asl, sono a carico del Servizio sanitario nazionale in quanto, dovendo essere salvaguardata la salute in maniera effettiva, il relativo onere non può essere fatto gravare sul paziente, che ha, quindi, diritto al rimborso della spesa sostenuta». Non solo, cita anche una pronuncia della Corte Costituzionale, che aveva bocciato un articolo di una legge regionale lombarda che andavano contro questo principio. Per la giudice, insomma, i costi delle cure sostenuti a causa di una sanità che non è in grado di far fronte alle richieste urgenti, non possono essere scaricati sugli stessi pazienti.

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