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Cannibalismo in carcere a Poggioreale, detenuto maliano mangia il dito di un compagno dopo averlo tranciato a morsi, nessun posto in psichiatria

Nel carcere di Poggioreale, a Napoli, un detenuto del Mali ha inghiottito il dito di un suo compagno di cella dopo averlo tramortito. Nonostante la richiesta di trasferimento del tribunale, nessuna struttura psichiatrica si è resa disponibile per ospitarle il detenuto cannibale

08 Settembre 2024

carcere

Un detenuto di origine maliane ha tranciato a morsi e inghiottito un dito di un suo compagno di cella dopo averlo tramortito, nel carcere di Poggioreale a Napoli. Nonostante la sentenza emessa dal tribunale, che ha riconosciuto la necessità di trasferire il detenuto cannibale, come rende noto il sindacato Uspp, nessuna delle strutture psichiatriche sul territorio si è reso disponibile a ospitarlo. Tale gesto violento ha rimarcato l'urgenza di un sistema di supporto adeguato per i carcerati che soffrono di problematiche psichiatriche, attualmente “lasciati privi di assistenza”.

Cannibalismo in carcere a Poggioreale, detenuto maliano mangia il dito di un compagno di cella: la denuncia del sindacato Uspp

Sul terribile accaduto si sono spesi il presidente dell'Uspp Giuseppe Moretti e il segretario Ciro Auricchio: “Sono gli agenti a supplire a queste carenze rischiando ogni giorno aggressioni e continue angherie messe in atto dai detenuti con tali patologie, in un clima di tensione totale. Inoltre, come sindacato, abbiamo più volte denunciato anche il fallimento delle Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) che con la chiusura degli Opg (Ospedale psichiatrico giudiziario) dovevano prendersi in carico i detenuti affetti da patologie psichiatriche. In Campania ci sono pochi posti e una lunga lista di attesa, quindi i detenuti rimangono in carcere senza strumenti di sostegno invece di essere presi in carico dalla sanità pubblica regionale. Questo senso di disagio – concludono i due sindacalisti –lo porteremo all’attenzione dei vertici dipartimentali nonché di quello politico”.

In Campania, la “mancanza di posti nelle Rems” e le “lunghe liste d'attesa" non permettono a molti detenuti di ricevere le giuste cure ed assistenze psichiatriche. Gli agenti della polizia Penitenziaria si ritrovano quindi a dover gestire delle problematiche estremamente delicate e molto pericolose, senza il giusto sostegno di strumenti adeguati per garantire la sicurezza e il benessere dei carcerati affetti da patologie psichiatriche.

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