16 Luglio 2024
Massimo Galli, fonte: imagoeconomica
Massimo Galli è stato condannato ad un anno e 4 mesi con pena sospesa e non menzione in merito all'inchiesta del concorso truccato alla Statale di Milano. Per l'infettivologo accusato di falso ideologico è arrivata la sentenza da parte del tribunale di Milano. Galli è stato assolto dalle accuse (alternative) di turbativa d’asta e abuso d’ufficio sui concorsi perché il fatto non sussiste. Il tribunale ha invece assolto Agostino Riva, suo ex stretto collaboratore e lo studente che avrebbe favorito.
Batosta per Massimo Galli, uno dei voti più presenti in tv durante la pandemia, vero e proprio sostenitore del vaccino Covid. Per l'infettivologo è arrivata la condanna ad un anno e 4 mesi per falso. Il processo riguarda un filone dell'inchiesta milanese su dei concorsi pilotati per posti da professore e ricercatore alla Facoltà di medicina dell'Università Statale di Milano.
Se da una parte è arrivata una brutta notizia, dall'altra ce n'è un'altra buona, ed è l'assoluzione per la turbativa d'asta per il presunto condizionamento di un concorso universitario per favorire l'assegnazione di un posto da professore associato al suo ex collaboratore Agostino Riva. Così l'ex primario del Sacco ora in pensione: "Il mio punto di vista è diverso e porterò avanti in appello le mie convinzioni. Sono assolutamente sereno".
Massimo Galli "regista dell'operazione" che riguarda un concorso che si è svolto nell'aprile del 2020. All'epoca dei fatti erano due i candidati che si contendevano un posto, un suo collaboratore Agostino Riva, e il collega del Niguarda Massimo Puoti. Ed è stato proprio Riva ad ottenere il posto di professore di seconda fascia in Malattie cutanee, infettive e dell'apparato digerente, mentre il secondo accusa ci fossero state preferenze.
Contro Galli ci sarebbero delle intercettazioni telefoniche che dimostrerebbero come il concorso sia stato 'calibrato' dall'infettivologo, "presidente della commissione giudicatrice, una persona che sposta gli equilibri all'interno del dipartimento" per favorire Riva con cui ha "uno stretto rapporto fiduciario". La tesi sostenuta nella requisitoria è che "una selezione vera in questo caso non c'è stata". Il curriculum "strutturato" di Puoti, direttore al Niguarda, non basta, ma "andare contro Galli significa andare contro una macchina mediatica, era come andare contro Maradona a Napoli", le parole usate in aula dal pm Scalas.
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