23 Aprile 2024
Speranza e Magrini, fonte: imagoeconomica
Speranza e Magrini fecero pressione sul pm di Siracusa affinché non sequestrasse il lotto di AstraZeneca. Il siero anglo-svedese era sotto i riflettori perché somministrato al militare Stefano Paternò, che infatti morì per reazioni avverse. O meglio, una "risposta immunitaria esagerata" dovuta al mix di Covid e vaccino. Fatto sta che l'allora dg dell'Aifa Nicola Magrini mandò una mail a Gaetano Bono, il procuratore che aveva provveduto il 10 marzo 2021 a stabilire il blocco di un lotto di vaccino Covid AstraZeneca in seguito all’indagine sulla morte del militare Stefano Paternò avvenuta il 9 marzo 2021. Speranza interrogato dai pm in merito all'inchiesta poi archiviata dal tribunale dei ministri di Roma ha confermato questa cosa: entrambi fecero pressioni affinché non venisse intralciata la campagna vaccinale.
Ecco il botta e risposta tra il giudice e Speranza:
G. "Ha deciso dopo un colloquio con il direttore di Aifa, di chiedere al pubblico ministero di Siracusa, di sospendere la richiesta di sequestro del vaccino AstraZeneca, a seguito della morte del militare Stefano Paternò? E se sì, per quale ragione?".
S. "No, ricordo questa... ho letto, quindi ricordo questa vicenda, la ricordo. No, allora, ogni giorno noi facevamo un numero altissimo di vaccinazioni, e quindi c’era una delicatezza anche sul numero di dosi a disposizione. Noi siamo arrivati in Italia a fare 700.000 vaccinazioni al giorno. Quando la magistratura, in via cautelativa, nella sua autonomia, sospendeva l’utilizzo di un lotto, io ricordo che il numero di dosi che facevano parte di questo lotto era molto, molto largo. Molto significativo. Ora, anche questo sarebbe da andare a verificarlo nel..., per essere puntuali, ma stiamo parlando di decine, un lotto è fatto da decine di migliaia di dosi. Quindi era un evento che aveva una ricaduta di natura organizzativa, sulla campagna di vaccinazione. Ricordo che il direttore di Aifa mi parlò di questo fenomeno, che alcuni magistrati di fronte a casi di incertezza, perché per verificare poi il nesso, c’è un algoritmo dell’Oms, serve anche un tempo di verifica, sospendevano lotti enormi, e questo provocava delle conseguenze. Perché il commissario Figliuolo, che gestiva la logistica, gestiva in maniera molto puntuale il numero di dosi che ogni giorno andavano su ciascun territorio. E quindi la sospensione bloccava delle dosi, e quindi aveva una ripercussione. Ricordo di aver parlato con il direttore Magrini, e il direttore Magrini era preoccupato che un numero alto di sospensioni potesse, diciamo, compromettere la campagna di vaccinazione in quei giorni. E sulla base di questo valutò se fosse possibile interloquire con l’autorità giudiziaria nel rispetto della piena autonomia. Quindi io fui informato...".
"Io sono stato informato di quello che stava avvenendo, che ci preoccupava perché se fosse stato fatto da dieci... Se ci fossero stati dieci interventi del genere, noi avremmo probabilmente avuto una ripercussione molto negativa sulle agende vaccinali che erano state definite", ammette l'ex ministro della Salute. Tradotto: sequestrare un lotto in seguito alla morte di una persona, avrebbe scatenato un precedente che Speranza e Magrini non potevano permettere.
G. "Ma in questo colloquio avete deciso insieme di chiedere di sospendere la richiesta di sequestro?"
S. "No, deciso insieme, non saprei valutare. lo ho semplicemente... Deciso insieme, io ricordo che c’era questa preoccupazione, e che rispetto a questa preoccupazione fu valutato utile un momento di interlocuzione con la magistratura, nella correttezza dei rapporti e nel rispetto totale dell’autonomia, per provare a capire se ci fosse un modo per verificare nel più breve tempo possibile, per non immobilizzare un numero enorme di dosi di vaccino. Cioè questo era l’obiettivo".
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