12 Aprile 2024
Alessia Pifferi, fonte: imagoeconomica
Il pm Francesco De Tommasi ha chiesto la condanna all'ergastolo per Alessia Pifferi, mamma di Diana, la bambina morta di stenti a un anno e mezzo. Questa la richiesta dunque in merito alla donna, che anche oggi in aula si è difesa, dicendo "non ho mai pensato di far del male alla figlia, non è mi è mai neanche passato per la mente". Per il pm, che ha descritto la donna come una "persona lucida" non basta. La piccola Diana è morta di fame e di sete dopo "sofferenze atroci terribili, al termine di un processo di progressivo indebolimento delle funzioni vitali". In tutto ciò, la madre "era fuori a divertirsi, rilassarsi e avere i suoi spazi con il compagno".
Chiesto l'ergastolo per Alessia Pifferi, mamma della piccola Diana, la bambina morta di stenti nel luglio 2022. All'epoca dei fatti, il Giornale d'Italia aveva fatto un reportage nella casa degli orrori nel quale viveva. La donna si è nuovamente difesa, o comunque, ci ha provato: "Non ho mai voluto far del male mia figlia, non l'ho ammazzata. Non è stata una cosa premeditata, mai nella mia vita ho pensato potesse accadere una cosa del genere alla mia bambina Diana. Quello che so è che io e mia sorella non abbiamo mai avuto buoni rapporti da quando ero piccola, mi ha sempre odiata e non capisco perché".
"Oggi ci è venuta a dire che non è un’assassina, ma allora perché ha voluto sempre giustificare con tutti che la bimba non era sola in casa? Sapeva benissimo che era una cosa che non si fa, lo sa anche un bambino che è un comportamento gravissimo", ha attaccato il magistrato in aula di tribunale.
De Tommasi ha continuato: "Non ha avuto il coraggio di ucciderla, non è affetta da alcuna patologia e ha lasciato al destino il fatto di sbarazzarsi di sua figlia". Non merita alcuna attenuante perché "non c'è stata resipiscenza, ha sempre mentito, ha recitato una parte e lo ha fatto per egocentrismo, lo ha fatto anche oggi".
"Oggi si è rivolta a tutta Italia e lo ha fatto tradendo il suo desiderio, quello più recondito, di essere una diva, una attrice, il suo sogno sin da bambina, si è rivolta a tutti gli italiani come se le sue responsabilità non fossero altro che cosa sua. Non ha mai mostrato una vera assunzione di responsabilità - ha detto ancora il pm - e si è scrollata di dosso il peso di ciò che ha fatto. Ha agito con dolo diretto perché l'evento non era solo altamente probabile ma era certo".
Oltre all'aggravante di aver ucciso la figlia, c'è quella dei "futili motivi". Se "vuoi i tuoi spazi", ha affermato il pm, "o non fai figli o se non riesci a prendertene cura puoi chiedere aiuto e lei poteva chiederlo anche alla sorella, poteva dire 'Viviana aiutami, io non riesco a prendermene cura".
Capitolo premeditazione, lei stessa "ha ammesso di aver lasciato la bimba sola in casa altre volte e ciò in una progressione sempre più crescente, sorretta sempre dalla sua volontà criminosa, fino a che non ha raggiunto il suo obiettivo: voleva divertirsi e la figlia la legava".
La difesa di Alessia Pifferi, rappresentata da Alessia Pontenani, si è vista respingere dai giudici la richiesta di integrare la perizia psichiatrica, che prevedevano l'integrazione di nuovi documenti. Tra questi, il fatto che la donna abbia la 104.
Le carte escono fuori grazie alla raccolta di dati sul percorso scolastico dell'imputata, che attesterebbero il fatto che fosse "portatrice di handicap". Ma per il pm, queste sono poco chiare e non hanno alcun impatto nel processo in corso.
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