11 Marzo 2024
Fonte: LaPresse
Arrivano le prime conferme, da parte del personale assunto da John Elkann per assistere Marella Caracciolo, all'"assunto" della Procura, secondo la quale la vedova di Gianni Agnelli, vivesse in Italia e non in Svizzera. Domestici, cuochi, autisti, governante, guardarobiera, maggiordomi sembrano aver assistito di fatto l'anziana, e le dichiarazioni dei testimoni ascoltati recentemente, tra cui la segretaria personale di John e l'ex assistente di Marella, confermano ampiamente questa situazione.
Questo ennesimo capitolo dell'inchiesta è racchiuso in 35 faldoni con la storia professionale dei dipendenti che hanno lavorato, e alcuni lo fanno ancora, nelle residenze torinesi della famiglia Agnelli: Villa Frescot, Villa To e Villar Perosa. I militari della guardia di finanza li hanno scovati e sequestrati nel locale caldaie della residenza di John Elkann e nell’ufficio della segretaria, Carla Cantamessa.
L’obiettivo è quello di analizzare "da chi fossero formalmente assunti i dipendenti, e da che data, atteso che una delle condotte oggetto di contestazione attiene al personale deputato alle cure delle abitazioni". Domestici, cuochi, autisti, governanti, guardarobieri che, stando alle parole riferite ai pm, avrebbero assistito Marella Caracciolo, ma sarebbero stati "assunti formalmente da John Elkann", al fine di sostenere la residenza in Svizzera della nonna.
La Procura di Torino ritiene inoltre cruciale acquisire e analizzare i passaporti della donna deceduta nel 2019, che recano i timbri di entrata e uscita dal Marocco, per ricostruire i suoi spostamenti e verificare la residenza effettiva. La residenza della vedova dell'Avvocato, madre di Margherita, è al centro dell'inchiesta dei magistrati di Torino, che accusano gli indagati di frode fiscale e truffa ai danni dello Stato.
Infatti, se, come sembra sempre più probabile, Marella avesse vissuto per più di 183 giorni in Italia anziché all'estero, avrebbe dovuto pagare le tasse in Italia. I pm Mario Bendoni, Giulia Marchetti e l'aggiunto Marco Gianoglio contestano il mancato pagamento delle imposte su una parte dell'eredità della nonna, stimata in 734.190.717 euro. Si tratta di beni indicati nelle dichiarazioni fiscali dei tre nipoti (John, Lapo e Ginevra, accusati di truffa allo Stato) per il 2019. Secondo i magistrati, questi beni sono senza dubbio riconducibili alla successione di Marella Caracciolo, e la loro origine dovrà essere approfondita. Tra le somme sottratte al Fisco, si segnalano anche "30 milioni di redditi, derivanti dalle disponibilità off-shore" dell'anziana, generati in ognuna delle annualità contestate.
Oltre a ciò, il nipote, numero 1 di Exor e presidente di Stellantis, sembra abbia contribuito a realizzare la presunta frode, assumendo formalmente il personale "al fine di non compromettere che la defunta fosse effettivamente residente in Svizzera". La parte più delicata dell'inchiesta riguarda però la società Dicembre, e potrebbe influenzare gli equilibri azionari esistenti. Nel recente decreto di sequestro, i pm ipotizzano che "le cessioni di quote" tra Donna Marella e i nipoti "sembrano avere carattere di atti simulati", con i documenti che presentano "profili di apocrifia" delle firme. Questa "opacità" si aggiunge alle questioni riguardanti il titolo giuridico di possesso delle quote da parte di Marella Caracciolo.
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