09 Gennaio 2024
Il team legale che rappresenta Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all'ergastolo per la strage di Erba, annuncia l'imminente presentazione di una richiesta di revisione del processo a Brescia. L'avvocato Fabio Schembri, insieme a Nico D'Ascola, Luisa Bordeaux e Patrizia Morello, ha dichiarato che la richiesta sarà depositata "fra pochissimo tempo, indicativamente cinque o sei giorni." La richiesta di revisione sarà sottoposta all'attenzione dei giudici di Brescia, il cui vaglio determinerà se procedere con un'udienza per la possibile riapertura del caso.
Il processo ha visto Romano e Bazzi condannati in via definitiva per l’omicidio di Raffaella Castagna, del figlio Youssef Marzouz di 2 anni, della nonna Paola Galli, e della vicina di casa Valeria Cherubini, avvenuta la sera dell'11 dicembre 2006.
Il nuovo testimone appartenente ai fratelli di Azouz Marzouk, coinvolto in traffico internazionale di stupefacenti, ha riferito di una faida con un gruppo rivale e ha indicato la casa della strage come centro dello spaccio nella vicina piazza del mercato. Un altro testimone è un ex carabiniere che ha fornito dettagli sulle indagini e sulle parti mancanti delle intercettazioni.
A questo si aggiunge che il sopravvissuto, testimone oculare del quadruplice omicidio Mario Frigerio, deceduto nel 2014, al momento dell’aggressione fu colpito alla carotide e si salvò per una malformazione alla carotide, riportando anche una lesione cerebrale ed avvelenamento da monossido di carbonio. Il Frigerio fu quindi interrogato in ospedale, ma alla descrizione dell’aggressore diceva di non conoscere l’aggressore. Con il ripetersi delle interrogazioni ne usciva la seguente descrizione: “soggetto maschio, con pelle olivastra, tanti capelli neri, occhi neri, mascella grossa.”
Sempre nel rapporto delle interrogazioni (registrate da una cimice) seguenti emerge: “La gradualità nel racconto costituisce un ulteriore indicatore dell’intrinseca attendibilità delle dichiarazioni rese dal sig. Frigerio, che è passato da un iniziale e sintetico riferimento ai primi ricordi che affioravano alla sua memoria al progressivo ampliamento strettamente correlato e proporzionato alla ripresa delle sue condizioni psicofisiche ed alla ferma e consapevole volontà di riferire il nome del suo aggressore solo dopo aver ben rimeditato e riflettuto sulla genuinità del suo ricordo.”
Per poi nel tempo diventare il riconoscimento di Olindo Romano. Questo modo di procedere dell’interrogatorio è stato, secondo il procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser, deviante.
Il sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser, vede in questo nuovo elemento un nuovo atto di richiesta di riapertura del caso, nota la sua dichiarazione: “Olindo e Rosa sono innocenti, sono vittime di un errore giudiziario.” “Ed è per me insopportabile il pensiero che due persone probabilmente vittime di un errore giudiziario stiano scontando l’ergastolo.”
"Oggi, a distanza di oltre 17 anni, la scienza è fortunatamente in grado di fornire da sola, ma soprattutto in unione alle numerose criticità in atti e non in atti, comunque mai valutate, quelle certezze scientifiche idonee a fare sgretolare i tre pilastri probatori su cui fondano la condanna all'ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi."
L'annuncio della difesa è distinto dall'iniziativa della Procura generale di Milano, che sta considerando la possibilità di chiedere una revisione del processo. Gli avvocati, esprimendo soddisfazione per l'attenzione della magistratura, preparano la propria richiesta indipendentemente da quella della Procura generale.
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