17 Ottobre 2023
Rosa Bazzi e Olindo Romano, fonte: Twitter @RobertoAvventu2
Olindo e Rosa, i due responsabili della strage di Erba, chiedono la revisione della sentenza. I due condannati all'ergastolo per i fatti della sera dell'11 dicembre 2006 in provincia di Como, ritengono di avere elementi validi al proscioglimento. I due avvocati hanno depositato in Corte d'Assise a Brescia l'istanza di revisione per i due coniugi.
Per Fabio Schenbri, Luisa Bordeaux, Nico D'Ascola e Patrizia Morelli, legali di Olindo e Rosa, ci sono degli elementi che possono portare ad un nuovo processo. L'obiettivo è chiaro: rivedere la sentenza d'ergastolo inflitta alla coppia, in carcere dal 2007 per aver ucciso Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini.
La richiesta dopo la scorta di alcune consulenze (sette elaborati), il cui contenuto sarebbe incompatibile con la ricostruzione fatta dai coniugi e poi ritrattata della strage oltre che con quella emersa dalle indagini. In una di queste si insiste sulla testimonianza di Mario Frigerio, il sopravvissuto alla strage del 2006, morto negli anni successivi e diventato principale testimone dell'accusa che riconobbe Olindo in aula.
Una versione in dibattimento che, per i legali, contrasterebbe con quanto dichiarato da Frigerio nelll'immediatezza, nel letto d'ospedale i giorni seguenti alla strage. Anche la ricostruzione nelle sentenze della morte della moglie di Frigerio, Valeria Cherubini, contrasterebbero con quelle emerse dalle loro consulenze. Nuovi elementi dunque, depositati dopo mesi dalla richiesta del sostituto procuratore generale di Milano Cuno J. Tarfusser, finito anche sotto inchiesta.
La notte dell'11 dicembre 2006 Olindo Romano e Rosa Bazzi uccisero a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. L'unico sopravvissuto fu Mario Frigerio, colpito con un fendente alla gola, creduto morto dai coniugi e salvatosi grazie ad una malformazione congenita alla carotide che gli evitò la morte per dissanguamento.
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