20 Dicembre 2023
Fonte foto: Lapresse.it
Per l'inchiesta sull'incidente di Casal Palocco sono indagati per favoreggiamento altri tre youtuber di The Borderline. L'inchiesta fa riferimento allo scontro tra il Suv Lamborghini e la Smart in cui perse la vita Manuel, un bimbo di 5 anni e che nella giornata di ieri ha visto il patteggiamento di Matteo Di Pietro, accusato di omicidio stradale. Con lui in macchina c’erano altri componenti del collettivo, tutti impegnati – secondo l’accusa – in una pericolosa sfida di resistenza: rimanere al volante per più di 50 ore riprendendo ogni singolo momento.
Non solo Matteo Di Pietro, nell'inchiesta legata all'incidente di Casal Palocco sono indagati altri tre gli youtuber. L'accusa è quella di favoreggiamento. Infatti, dalle prime indiscrezioni, il socio al 50% di Matteo Di Pietro (che nella giornata di ieri ha patteggiato) nella società The Borderline, Leonardo Golinelli, avrebbe fatto sparire due telecamere Sony presenti nella Lamborghini al momento dell’incidente. Golinelli non era da solo, infatti, insieme a lui, c'erano anche Alessio Ciaffaroni e Simone Dutto, dipendenti dell’azienda. A bordo della Lamborghini ci sono anche Fabio Figari e Ramon Vito Lo Iacono.
Le telecamere sarebbero improvvisamente scomparse il giorno stesso della tragedia, ossia il 14 giugno scorso. Secondo l'accusa, i giovani, sia nei momenti che hanno preceduto lo scontro tra il Suv Lamborghini e la Smart, sia durante, erano impegnati nel filmare una "challenge", ossia una prova di resistenza per rimanere al volante per oltre 50 ore no stop. Gli indagati, in un primo momento hanno omesso di riferire ai vigili urbani delle riprese: inoltre, sull’auto, subito sequestrata, delle videocamere non c’è traccia. Scattano le perquisizioni a casa dei ragazzi. Anche nell’abitazione di Dutto i dispositivi non sono stati trovati. Alla fine, però, le telecamere vengono ritrovate nell'appartamento di un altro giovane.
Come detto in precedenza, Matteo Di Pietro, indagato per omicidio stradale e ritenuto il principale responsabile dell’omicidio stradale, andrà a giudizio immediato e ha chiesto il patteggiamento a 4 anni. A fine gennaio il giudice dovrà accogliere o rigettare l’istanza. Al centro delle indagini, c'è principalmente il suo comportamento alla guida. L'auto infatti, avrebbe raggiunto una velocità di 120 km/h, come rilevato dal consulente della Procura, l’ingegnere Lucio Pinchera - nonostante il limite fosse di 50.
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