22 Novembre 2023
Manageritalia
Fantozzi, alle prese col tragico dubbio dell’abbonamento di Atm a Milano (farlo? Non farlo? Come farlo?), tra autorizzazioni e presentazione negli uffici tre giorni prima della fine del mese, e nell’attesa che gli annullassero la multa per la quale si era rivolto direttamente all’azienda, è stato nuovamente contattato via mail da Atm per pagare una multa del 24 settembre 2023 da 73,70 euro. Non solo: “Ragioniere, ci dii anche 121,50 euro per una sanzione del 13 febbraio 2019 e 195,50 euro per un verbale del 17 giugno 2014”. In un caso Fantozzi è sceso alla fermata sbagliata (la stessa cosa che è accaduta Vittoria, la “cugina” di Mariangela che si è addormentata e, scendendo alla fermata successiva, è stata costretta a pagare una multa di 41,50 euro), mentre nell’altro, secondo Atm, era “sprovvisto del titolo di viaggio”.
Fatto sta che in totale Fantozzi deve sborsare 390,70 euro per 3 multe “entro il 23 novembre 2023”, altrimenti diventeranno 489,20 euro. Insomma: se paga prima c’è lo sconto. “Com’è umano lei...”. Il malcapitato ragioniere si sente vessato da una posizione dominante, come fosse una sorta di “ripicca”.
La tessera di Mariangela (pagata) è stata sequestrata, l’abbonamento, per un motivo o per l’altro, non si riesce a fare nonostante Fantozzi abbia già pagato la card (che non scade) e sia stato crocifisso in sala mensa.
Il ragioniere sprofonda nella poltrona. È attonito. Dov’era quel giorno del 2014? Sono passati 9 anni. All’epoca della sanzione Matteo Renzi stava per prendere il posto di Enrico Letta a Palazzo Chigi, la Lettonia adottava l’euro come moneta corrente, la Crimea veniva annessa alla Russia con un referendum, venivano canonizzati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, il premier spagnolo Mariano Rajoy annunciava l’imminente abdicazione del re Juan Carlos a favore del figlio Felipe, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il leader cubano Raúl Castro annunciavano l’intenzione di porre fine all’embargo contro Cuba da parte degli Usa dopo 55 anni e Fantozzi viene assalito da un dubbio atroce: dove si trovava quel giorno del 2014?
Una sanzione che l’azienda che gestisce il trasporto pubblico nel capoluogo lombardo non ha dimenticato. E oggi, alla soglia del 2024, con le multe del 2014 e del 2019 strascadute e senza neppure una spiegazione della dinamica degli eventi (era sceso alla fermata dopo? Aveva il titolo di viaggio? Ce l'aveva ma era scaduto? Boh) pretende il pagamento entro un limite temporale ben preciso, se non vuole che il totale delle sanzioni arrivi a quasi 500 euro.
Fantozzi ha una piccola pensione. Sua moglie Pina, da casalinga, non ha neppure quella. E anche lui deve fare i conti con l’inflazione, col costo dell’energia e della vita che aumenta. Che siano 390 o 489 euro poco importa. È una cifra non dovuta da pagare. Da tempo Fantozzi ha smesso di credere allo Stato al servizio dei cittadini e nell’operato delle aziende pubbliche. E da tempo, per questo e per tanti altri motivi, ha smesso di andare a votare. Altro che vicissitudini: quella di Fantozzi con Atm sta diventato una serie di Netflix.
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