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Genova, danni durante un corteo degli anarchici, il gip nega l'arresto di ventisei persone chiesto dal pm

Il giudice: "Nessun rischio per l'ordine pubblico". I fatti riguardano la manifestazione del 5 maggio 2024 scattata dopo i fermi in una ex latteria occupata

23 Ottobre 2025

Genova, danni durante un corteo degli anarchici, il gip nega l'arresto di ventisei persone chiesto dal pm

Non è stata devastazione ma solo danneggiamenti multipli che tuttavia non hanno mai messo in pericolo l’ordine pubblico. Con questa motivazione, il gip Giorgio Morando ha respinto la richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Longo di custodia cautelare in carcere per 26 persone, tra anarchici e studenti, che parteciparono al corteo del 5 maggio 2024. Il corteo era nato in risposta agli arresti per resistenza compiuti la notte precedente da parte dei carabinieri di 8 persone davanti all’ex Latteria occupata in centro storico. In piazza erano scese oltre 600 persone e nel corso della manifestazione erano stati compiuti vari danneggiamenti: telecamere di sorveglianza spaccate, scritte su numerosi palazzi dei Rolli e altri danni ad auto ed esercizi commerciali. In base alla relazione della Digos i danni quantificati ammontano a novantottomila euro.

Per la procura quei danneggiamenti plurimi sono configurabili come devastazione, reato punito con pene altissime (da 8 a 15 anni di carcere) mentre per il giudice, che ha citato numerose sentenze della Cassazione in merito, per configurare quel reato mancano gli elementi costitutivi: l’estensione e il tipo di danneggiamenti non hanno, in sintesi, messo a rischio l’ordine pubblico, ovvero la pacifica convivenza civile che è presupposto del reato di devastazione. “Non può sostenersi, nel caso in esame – dice il gip –  che le condotte di danneggiamento, pacificamente esistenti e deprecabili abbiano assunto una portata tale da compromettere la sicurezza di tutti i consociati”.  Il giudice per spiegare il senso del suo rigetto della richiesta cita anche il G8 di Genova, uno dei pochissimi casi in Italia in cui c’è stata una condanna per quel tipo di reato (a fronte di situazioni che tutti i genovesi ricordano) e solo per circa la metà dei 25 manifestanti all’epoca accusati. 

Per i fatti del 5 maggio 2024 la percezione del giudice che  – come lui stesso spiega nell’ordinanza – ha visionato tutto il materiale video-fotografico allegato alla richiesta, è invece quella che “dai fatti commessi nella manifestazione del 5 maggio 2024, non sia sorta alcuna lesione, anche solo in termini di pericolo, del senso di tranquillità della collettività, ovvero non sia stato leso (o messo in pericolo) l’ordine pubblico, nonostante l’entità dei danneggiamenti procurati”. Come emerge nella stessa richiesta della Procura poi, i 26 indagati per cui viene chiesto il carcere non sono coloro che hanno compiuto materialmente i danni ma quelli che li avrebbero agevolati con ombrelli o striscioni a ‘coprire’ i blitz.

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