26 Ottobre 2023
Elisabetta Federico (Lisa), figlia di Margherita Eichberg, Sovrintendente della Tuscia meridionale presso il Ministero della Cultura, e Maurizio Federico, responsabile del Centro Nazionale per la Salute Globale presso l’Istituto Superiore di Sanità, morì il 3 novembre 2020 a seguito di una infusione dell’equivalente di 350 millilitri di globuli rossi AB0 incompatibili nel quadro di un trapianto di midollo osseo identificato dai medici come cura per una patologia ematologica non oncologica.
A partire da pochi minuti dall’inizio dell’infusione, praticata 17 giorni prima della morte, la vita di Lisa si trasformò in un inferno di urla, dolori e svenimenti, inferno che non la abbandonerà fino alla fine.
Ora i genitori di Lisa hanno dato alle stampe, grazie all’assistenza editoriale di YouCanPrint, un libro in cui evocano la storia di Lisa, a partire dall’adozione in Ucraina fino al suo ultimo respiro nella “Zona Rossa” dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma.
Le tre vite di Lisa: la prima, durata un soffio, si è esaurita nel distacco forzato dalla madre naturale e l’abbandono in orfanotrofio; la seconda è durata quei pochi giorni che impiegò a svanire l’illusione di aver trovato dei genitori adottivi. La terza vita, una volta finalmente adottata, si è conclusa nelle fauci dell’eccellenza ospedaliera italiana.
In questo libro vengono raccontati i percorsi materiali, sociali e interiori, spesso dolorosi, che una coppia di genitori ha dovuto affrontare per esercitare un atto di altruismo, l’adozione. Generosità che la società ha poi ripagato nel più crudele dei modi, strappando loro la figlia adottiva, Lisa, all’epilogo di un incubo sanitario che ne ha causato la morte per la maldestra cura ospedaliera di una patologia benigna guaribilissima. I dettagli del martirio di Lisa sono qui raccontati nei più autentici, a volte crudi particolari. I suoi ultimi giorni vengono rivissuti da tre punti di osservazione che riescono nel loro insieme a chiudere il cerchio di una storia che, se inserita nel contesto dei nostri giorni e di una supposta “eccellenza” sanitaria italiana, potrebbe sembrare solo frutto di fantasia.
Di Maurizio Federico.
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