12 Ottobre 2023
Cinzia Pennino, fonte: Twitter @Anna302478978
Sarà compito di un collegio di periti rispondere agli interrogativi che si sono aperti dopo la morte di Cinzia Pennino, professoressa dell’Istituto Don Bosco di Palermo, deceduta all’età di soli 46 anni dopo l’inoculazione del vaccino Covid Astrazeneca. Questa la decisione del gip nell’udienza per la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo per la morte dell’insegnante. Quest’ultima, secondo la Procura, sarebbe morta a causa di una trombosi provocata dal medicinale.
Cinzia Pennino era deceduta il 28 marzo 2021, 17 giorni dopo la somministrazione del vaccino Covid Astrazeneca. La donna, che soffriva però di obesità ed era considerata quindi soggetto fragile, avrebbe dovuto ricevere, secondo l’accusa, un vaccino a vettore mRNA come Pifezer o Moderna. Sette giorni prima dell’inoculazione infatti, la vittima si era recata a farsi vaccinare, ma il medico di turno si era rifiutato di somministrarle Astrazeneca proprio in virtù delle sue condizioni fisiche, esortandola quindi a ritornare. Una cautela non seguita da Vincenzo Fazio, medico somministratore ora imputato di omicidio colposo, la cui azione per gli inquirenti avrebbe determinato la morte della donna.
L’avvocato difensore di Fazio avrebbe respinto le accuse contro il suo assistito affermando che quest’ultimo all’epoca dei fatti “vaccinava mediamente 80 persone al giorno e non avrebbe alcun ricordo della vittima”. Secondo gli inquirenti, invece, anche se due perizie avrebbero escluso il nesso di causalità tra il decesso dell’insegnante e il vaccino, Fazio avrebbe dovuto accorgersi della condizione di “obesità severa” da cui questa era affetta. A questo punto il gip ha accolto la richiesta del medico legale incaricato di essere affiancato da un anatomopatologo e da un infettivologo. L’udienza è stata quindi nuovamente rinviata al 16 novembre per le nomine degli altri periti e l’assegnazione dell’incarico. Al processo la sorella della Pennino si è costituita parte civile.
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