22 Agosto 2023
Fonte: Twitter @MetaErmal
Ermal Meta finisce nella bufera. Complice un suo commento su Twitter sul quale è intervenuto sullo stupro di Palermo. Il cantante, riferendosi al branco che ha abusato sessualmente della ragazza, ha scritto: "Lì in galera, se mai ci andrete, a ognuno di voi “cani” auguro di finire sotto 100 lupi in modo che capiate cos’è uno stupro".
Il cantante di origine albanese ci è andato giù pesante, e per questo ha scatenato la reazione indignata del web, che nonostante quei sette si siano resi protagonisti di un atto brutale contro una 19enne indifesa, è corsa subito a puntualizzare. C'è chi crede che il carcere non debba essere usato come strumento di vendetta ma debba avere un carattere educativo. Altri ancora hanno accusato la velocità della "condanna", accusando il cantante di non essere abbastanza garantista.
Il giorno prima Meta si scagliava contro il sistema educativo italiano, il quale per il cantante avrebbe "fallito". "Servono punizioni esemplari e certezza della pena. Ciò che lucidamente hanno fatto e detto è raccapricciante. Immaginate di essere quella ragazza con un calvario da vivere e che la segnerà a vita. Immaginate di essere al posto dei genitori della ragazza che dopo 4/5 anni, se va bene, si vedono in giro queste bestie. Immaginate di essere invece la madre di uno di loro che tenta di screditare la vittima. Lo vedete l’abisso? Riuscite a percepirlo?". Un commento che raggiunto quasi i 10mila like.
Lo stesso giorno del commento graffiante, il cantante e autore di testi è nuovamente intervenuto su Twitter: "Esporsi non giova mai a nessuno, ma non riesco a non mettermi nei panni della vittima e a non sentirmi male per lei. Colpa mia. Voi che avete la verità in tasca continuate pure a illuminare il mondo", per poi aggiungere: "Per quanto riguarda le pene esemplari credo che siano assolutamente necessarie per un semplice motivo: nessun atto criminale viene fermato dalla paura della rieducazione, ma da quella della punizione. Ovviamente siamo tutti garantisti finché la ‘bomba’ non ci cade in casa".
Dopo l'indignazione del web, sono intervenute le vittime di stupro per raccontare fatti successi sul loro corpo. Ad arrivare in soccorso del cantante sono diverse: "Caro Ermal, sono stata stuprata il 26 dicembre del 2000- Dopo 23 anni non riesco ancora a confessarlo a mio marito, provo vergogna", e poi una donna, stuprata dallo zio a 5 anni, ha raccontato che "vorrei dire a quelle persone che parlano, parlano, parlano che vivere con un trauma così non è facile, lavarti fino a farti uscire il sangue dalla pelle perché ti senti sporca è un orrore".
C'è poi una donna che racconta che una sua amica non ce l'ha fatta a sopportare il peso e dopo aver portato la figlia a scuola è tornata a casa e si è impiccata. Storie diverse ed anche un commento dell'attrice Elena Sofia Ricci: "La tua anima bella non può essere fraintesa. A 12 anni tentai di proteggermi con un disegno che avevo fatto, un foglio di carta colorato, dall'abuso di un signore molto grande e molto stimato che conosceva bene la mia famiglia. Ho potuto parlarne solo pochi anni fa. Segni che restano per sempre".
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