04 Agosto 2023
Ambulanza (fonte:Pixabay)
Aveva parecchia sete ed ha così deciso di simulare un malore improvviso, chiamare l'ambulanza e farsi dare un "passaggio per andare all'ospedale per comprare una bibita al distributore". La bizzarra vicenda ha avuto luogo a Imola, la mattina del 2 agosto quando un 30enne di Castel Pietro, disoccupato e già conosciuto dalle forze dell'ordine aveva deciso di utilizzare "il sistema di emergenza 118 per un capriccio" e come taxi personale.
La vicenda che ha avuto luogo ad Imola non è isolata. Già a luglio due giovani avevano finto un malore improvviso chiamando l'ambulanza per avere un passaggio da Coriano a Riccione, pubblicando poi il video su TikTok. Entrambi i responsabili di origine magrebina furono denunciati per interruzione di pubblico servizio e procurato allarme e non è andata meglio al 30enne, anch'esso denunciato dalle forze dell'ordine.
L'uomo si è beffato del personale sanitario e dei dipendenti della struttura dichiarando: "Sto bene, volevo solo un passaggio per raggiungere il distributore automatico e comprarmi una bibita", lasciando tutti allibiti.
La dinamica di quanto successo è presto detta. L'uomo si trovava nel centro di Imola e assetato e tormentato dal caldo ha escogitato un piano per ottenere il suo scopo e provocare disturbo al 118. Ha chiamato gli operatori sanitari dicendo loro di esser stato colpito da un malore improvviso e di aver bisogno urgentemente di aiuto. Quando l'ambulanza è arrivata, l'uomo ha chiesto di essere trasportato in ospedale. Poi la scena tragicomica.
Il 30enne si sente incredibilmente meglio, si rimette in piedi e si dirige verso il distributore automatico del nosocomio dopo aver confessato di non aver sentito nessun malore e di avere solamente sete. Una pattuglia dei carabinieri ha raggiunto l'ospedale in breve tempo ed i militari della compagnia di Imola hanno parlato direttamente col primario del Pronto soccorso Rodolfo Ferrari. Dopo esser stato identificato l'uomo è stato fermato e denunciato per interruzione di pubblico servizio, proprio come successo ai due giovani del caso di Riccione.
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