24 Giugno 2023
Fonte: Wikipedia
Si fa un gran parlare naturalmente del gay pride, anche perché il mese di giugno è quello che è stato consacrato a questa festa policroma della postmodernità ultracapitalistica. E bisogna allora essere chiari, avendo il coraggio di pensare altrimenti e di ragionare fuori dagli schemi del politicamente corretto che è poi sempre anche un eroticamente corretto. I gay pride non hanno nulla a che vedere con i sacrosanti diritti delle persone omosessuali. Sono invece fenomeni pittoreschi di postmodernizzazione del costume e di ridicolizzazione della vita etica proletaria e borghese, funzionale alla deregolamentazione integrale del mondo della vita. Soggetti radicalmente agghindati con parrucche fucsia e giarrettiere che nulla lasciano all'immaginazione non sono emblemi della lotta per i diritti degli omosessuali, ma sono icone di un circo post moderno che deve ridicolizzare tutto ciò che finora è stato considerato serio affinché il nulla della civiltà della merce si impadronisca di ogni realtà grazie all'abbattimento di ogni limite e di ogni frontiera, di ogni tabù e di ogni misura. Basterebbe anche solo vedere di sfuggita chi finanzia questi fenomeni pagliacceschi in tinta arcobaleno per capire quali sono realmente gli interessi in giuoco da parte del capitale e delle classi dominanti.. chi non lo capisce e partecipa a questi cortei circensi in tinta arcobaleno convinto di battersi per i diritti svolge soltanto il ruolo di utile idiota del capitale.
Di Diego Fusaro.
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