19 Aprile 2023
Ndione Souleymane, fonte: Twitter @DiedSuddenly_
Ndione Souleymane, portiere di 19 anni della squadra dei rifugiati è morto nel sonno per un malore improvviso, a Milano. Il giovane 19enne aveva un grande sogno nel cassetto, quello di diventare calciatore e regalare un futuro migliore alla sua famiglia, ma la sua vita è stata stroncata presto nella notte tra sabato 15 e domenica 16 aprile. Per lui, è arrivato anche il cordoglio della FIGC. Souleymane, era grande amico di Moustapha Cissé, attaccante dell'Atalanta.
Una fine tragica quella di Ndione Souleymane, spento da un malore improvviso accusato nella notte, a casa di uno zio nel capoluogo lombardo. Un talento puro, tant'è che era stato premiato dalla FIGC come miglior portiere durante il Progetto Rete, una serie di tornei nazionali. Era originario del Senegal e si trasferì in Puglia, a Lecce all'età di 16 anni.
A 18 anni entra a far parte dell’Asd Rinascita Refugees, club salentino di Prima Categoria che oltre a schierare rifugiati politici come Ndione, aveva nella trafila qualche anno fa Cissé, ora di proprietà del club orobico ma passato in prestito al Sud Tirol. Il giovane voleva compiere lo stesso percorso del suo amico, arrivando a calcare i campi di Serie A, ma purtroppo non c'è riuscito. Quando si è diffusa la notizia della sua morte, moltissimi utenti hanno effettuato ricerche sul web per capire se il malore improvviso fosse collegata alla vaccinazione contro il Covid, ma per il momento non ci sono informazioni sul vaccino Covid ed eventuali reazioni avverse.
A dare la notizia del decesso è stato proprio il suo club: "Siamo tutti affranti dal dolore per una giovanissima vita finita troppo presto. Ciao Souleymane, ti sia lieve la terra". Souleymane aveva anche altri programmi nel caso in cui non fosse riuscito a sfondare: "Avrebbe voluto fare il saldatore", ha detto Hassan Niang, allenatore dell’Asd Rinascita Refugees. "Da un mese era andato via da noi, per raggiungere Milano perché lo zio e il fratello gli avevano trovato una possibilità di lavoro", ha aggiunto. "Era un ragazzo con la testa sulle spalle e quando è stato possibile è andato via per trovarsi un lavoro. Per questo motivo ha accettato di andare a Milano per fare l’operaio specializzato".
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