16 Gennaio 2023
Martina Scialdone è morta con un colpo di pistola per mano dell'ex, Costantino Bonaiuti, che non accettava la fine della relazione. Oggi c'è l'udienza per la convalida dell'arresto dell'assassino.
Costantino Bonaiuti ha sparato in pieno petto alla sua ex fidanzata, Martina Scialdone. L'ha uccisa fra i testimoni allibiti, proprio davanti al ristorante Brado in cui lei stava cenando con il fratello. Scialdone è morta a soli 34 anni, su un marciapiede di Roma, perché aveva deciso che la loro relazione era finita.
La procura di Roma ha chiesto di processarlo con l'accusa di omicidio premeditato perché aveva "concordato" l'appuntamento con la vittima e si era portato dietro una delle sue quattro pistole che, insieme ai due fucili da caccia, sarebbero dovuti rimanere nella teca di casa sua a Fidene, nella periferia romana.
Dai documenti della procura si evince che l'omicidio di Scialdone è stato organizzato. Si contano due aggravanti: Bonaiuti avrebbe agito "per motivi abietti e futili rappresentati dalla gelosia". Inoltre, avrebbe approfittato di "una persona a lui legata da relazione affettiva".
Le accuse sono diverse e le prove e le testimonianze sono schiaccianti. Per questo motivo probabilmente l'uomo, difeso dall'avvocato Domenico Pirozzi, oggi deciderà di non rispondere al giudice. Nel frattempo, amici e colleghi di Martina si mobilitano per celebrare la sua memoria.
Per oggi e per il 19 gennaio sono state organizzate due manifestazioni. Prima il Municipio VII e i centri antiviolenza, con un presidio in via Amelia, davanti al Brado, dove la 34enne è morta. Poi gli avvocati romani, con l'associazione forense Catilina, in collaborazione con il Centro italiano Gestalt, che ha organizzato un corteo che da Furio Camillo arriverà fino al marciapiede dove Bonaiuti ha ucciso l'avvocata. Tutti sfileranno per le strade di Roma. Un modo per ricordare Martina e l'ennesimo femminicidio.
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