10 Dicembre 2022
Sono durati 7 ore gli esami di autopsia sul corpo della ragazza 18enne pachistana, uccisa per non aver rispettato i canoni e le decisioni della famiglia. Il corpo di Saman è integro e l'ipotesi più accreditata sarebbe quella del taglio alla gola. Non è stato però possibile stabilire la causa certa della morte, motivo per il quale serviranno ulteriori approfondimenti. La Corte ha fissato in 60 giorni il termine ultimo per i risultati, a partire dal 23 novembre. Il 10 febbraio, invece, comincerà il processo a Reggio Emilia dei 5 familiari imputati.
Un taglio all'altezza della gola. Sarebbe questo il segno di violenza più evidente riscontrato sui resti della giovane, ritrovati il 18 novembre a Novellara, nel Reggiano, in un casolare diroccato a 700 metri dall'abitazione della famiglia di Saman Abbas. La 18enne pakistana era sparita nella primavera del 2021. L'esame autoptico sul corpo è durato oltre sette ore al Labanof, l'istituto di medicina legale dell'Università di Milano, nell'ambito dell'incidente probatorio disposto dalla corte di assise di Reggio Emilia.
Tuttavia, serviranno gli esami istologici sui tessuti per accertare se la giovane sia stata sgozzata e uccisa o il taglio sia stato fatto post-mortem. Secondo il legale, "il corpo di Saman era integro, ma saponificato. Per fortuna però i tessuti consentono degli accertamenti". "Dall'analisi esterna del corpo sono emersi scollamenti e abrasioni che possono essere dettati dall'effetto tappo, essendo stata sotto terra per un anno e mezzo".
I tagli alla gola ritrovati sul corpo della ragazza potrebbero essere fuorivianti: “Non vi è neppure certezza che quello visto possa essere un taglio. Potrebbe essere uno scollamento di tessuto post mortem. A riguardo sono necessari esami istologici che saranno svolti nei prossimi giorni per capire se fossero lesioni irrorate di sangue e quindi risalenti a quando Saman era ancora in vita. Ad oggi, ripeto, nessuno è in grado di dirlo".
Quello che ad oggi sembra essere certo, è che i vestiti trovati sul corpo della ragazza sembrano essere proprio quelli riconducibili al video che riprendeva Saman davanti a casa nelle sue ultime ore prima della scomparsa". "Aveva ancora addosso una cavigliera e un braccialetto di quelli portafortuna colorati, ma anche un paio di orecchini. E una folta chioma di capelli", ha descritto l'avvocato.
La Corte ha fissato, il 23 novembre scorso durante l'udienza di conferimento, in 60 giorni il termine ultimo per i risultati. Il 10 febbraio, invece, comincerà il processo a Reggio Emilia. 5 gli imputati: lo zio Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, che si trovano ora tutti e tre in carcere; il padre Shabbar Abbas, arrestato un mese fa in Pakistan e la madre Nazia Shaheen, ancora latitante in patria. Devono tutti rispondere di omicidio premeditato in concorso, sequestro di persona e soppressione di cadavere.
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